Le dimore storiche non sono solo scrigni di bellezza, ma un patrimonio vivo, motore di economia, cultura e coesione sociale. Per continuare a esserlo, però, serve un’alleanza stabile tra pubblico e privato. È l’appello lanciato dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (Adsi) dell’Emilia-Romagna, che nei giorni scorsi, durante l’assemblea regionale a Modena, ha chiesto alle istituzioni strumenti concreti per sostenere un settore che genera un indotto cruciale per i territori.
“Le dimore storiche non sono soltanto custodi di bellezza, ma realtà vive, capaci di generare economia, lavoro e coesione nei territori, soprattutto in quelli più remoti del Paese”, ha affermato Beatrice Fontaine, presidente di Adsi Emilia-Romagna, aprendo i lavori che si sono svolti a Palazzo Rangoni Machiavelli. “Per continuare ad esserlo, però, serve un sostegno concreto da parte delle istituzioni: ci aspettiamo che l’Amministrazione Pubblica sappia cogliere la grande opportunità che rappresentano per tutti”.
L’indotto generato dalle dimore storiche, ha spiegato la presidente, tocca ambiti diversi, dal turismo alla tutela del paesaggio, dalla promozione dell’artigianato qualificato alla trasmissione dei saperi legati al restauro. Eventi come la Giornata Nazionale Adsi di fine maggio e l’iniziativa “Carte in Dimora” dello scorso sabato, che complessivamente hanno attirato quasi 3.000 visitatori, sono la prova di un interesse crescente. “Ogni apertura al pubblico porta turismo sostenibile e nuove opportunità”, ha spiegato Fontaine, lanciando però un monito. “I costi di manutenzione e gestione sono però elevatissimi. Senza un adeguato supporto, tutto questo rischia di non essere sostenibile nel lungo periodo”.
Durante l’assemblea, la presidente ha dialogato con Maria Costi, consigliera regionale e presidente della Commissione V, e con Giovanni Bertugli, dirigente del Settore Cultura del Comune di Modena, avanzando proposte concrete. “Chiediamo strumenti stabili”, ha sottolineato Fontaine, “incentivi fiscali che permettano di affrontare la manutenzione, semplificazioni burocratiche per i restauri, programmi di formazione per le maestranze artigiane e fondi dedicati a progetti di valorizzazione. Il Bando Giardinieri d’Arte per Parchi e Giardini Storici è un buon esempio, ma serve spingere ancora di più”.
L’impegno, ha concluso la presidente di Adsi Emilia-Romagna, deve essere condiviso per garantire che questo patrimonio continui a essere un motore di bellezza e identità per il futuro. “Tutelare e conservare il patrimonio culturale privato è un atto di responsabilità. Richiede coraggio, risorse e collaborazione. Solo insieme, pubblico e privato, possono garantirne la sopravvivenza”.