Un Vittorio Feltri senza peli sulla lingua torna a scuotere il mondo della cronaca nera, con un attacco durissimo al sistema giudiziario e a un certo tipo di giornalismo. In una lunga intervista video rilasciata alla content creator Francesca Bugamelli, il fondatore di Libero ribadisce le sue posizioni sui casi più discussi degli ultimi anni, da Garlasco al delitto di Yara Gambirasio, definendo Alberto Stasi innocente e Massimo Bossetti “un poveraccio” incastrato.
Il giornalista, sollecitato sulle nuove indagini relative al delitto di Garlasco, non usa mezzi termini. “Ho avuto immediatamente la sensazione che il ragazzo fosse innocente”, afferma Feltri, descrivendo l’intera vicenda giudiziaria come un “pieno caos” in cui “non c’è un elemento sicuro”. Il suo convincimento, spiega, si è rafforzato con le due assoluzioni in primo grado e in appello, rendendo ai suoi occhi incomprensibile la successiva condanna. “Il fatto che abbiano riaperto il caso dimostra che sanno di aver commesso degli errori”, aggiunge, criticando un sistema che, dopo diciotto anni, lascia ancora troppi dubbi irrisolti.
Ancora più netta e tagliente la sua posizione sul caso di Yara Gambirasio e sulla condanna di Massimo Bossetti. “Ci sono tante situazioni talmente assurde che fanno capire che Bossetti non c’entra niente”, dichiara Feltri, smontando la ricostruzione ufficiale. “È un poveraccio ed è stato preso proprio perché è un poveraccio, è facile da colpire”. Per il giornalista, l’idea che l’uomo abbia caricato la ragazza sul suo furgone, attraversando decine di semafori senza che lei riuscisse a divincolarsi, è un “mistero a cui nessuno ha mai voluto rispondere”.
L’intervista diventa poi una requisitoria contro il sistema mediatico e giudiziario. Feltri critica aspramente il conformismo di certa stampa e televisione, dove “se non la pensi come loro e difendi le nuove indagini, ti urlano dietro”. Sulle minacce di querela ricevute da chi, come la stessa intervistatrice, propone piste alternative, il suo commento è lapidario: “La querela è ormai diventato il surrogato della violenza”.
Il bersaglio principale della sua critica resta però la magistratura. “Anche i giudici sono gli unici in questo paese che se sbagliano non pagano”, afferma con durezza, contrapponendo la loro presunta impunità alla responsabilità di tutte le altre categorie professionali. “Spesso la magistratura lavora senza pensare che ha a che fare con degli uomini, col destino di persone”.
Unica nota di apprezzamento è per la giornalista Albina Perri, direttrice del settimanale ‘Giallo’. “È una bravissima giornalista, l’ho assunta io. Chi la critica non sa che cosa sia il giornalismo”, dice Feltri, difendendone il lavoro e la capacità di esprimere “i dubbi che ha molta altra gente”. Un’intervista che conferma l’immagine di un Feltri senza ripensamenti, pronto a rivendicare il suo ruolo di voce fuori dal coro e a continuare la sua battaglia contro quelle che considera le storture della giustizia italiana.
La videointervista integrale di Francesca Buganeli: