Cronaca. Rimini, omicidio Pierina Paganelli: la sorella della vittima chiede la verità. Si attende la decisione sul confronto in aula

Mentre la sorella di Pierina Paganelli lancia un appello pubblico per fare luce sul delitto, l’attenzione processuale si concentra sulle prossime mosse della Corte d’Assise di Rimini. I giudici sono chiamati a decidere sulla richiesta di un confronto diretto tra l’imputato Louis Dassilva e l’ex compagna Manuela Bianchi, e sulla possibilità di risentire quest’ultima come testimone.

Ieri, a due anni dall’omicidio della 78enne, la sorella Sandra è intervenuta telefonicamente durante la trasmissione ‘La Vita in Diretta’. La donna ha sottolineato come la vicenda presenti ancora molti lati oscuri, lanciando un appello a chiunque sappia qualcosa affinché parli e riveli la verità su quanto accaduto la notte del 3 ottobre 2023. Ha spiegato di seguire le udienze con grande fatica emotiva, ma di essere determinata a ottenere giustizia per la sorella.

Intanto, sul fronte giudiziario, la seconda udienza del processo tenutasi l’altro ieri ha definito alcuni punti chiave. In aula era presente l’imputato, Louis Dassilva, assieme alla moglie Valeria Bartolucci, e ai figli della vittima costituitisi parte civile. Grande assente, invece, Manuela Bianchi, ex nuora della Paganelli ed ex amante di Dassilva. La Corte ha rinviato la decisione sulla richiesta della difesa di sentirla nuovamente come teste e sull’eventuale faccia a faccia con l’imputato.

I legali di Manuela Bianchi, Nunzia Barzan e il consulente Davide Barzan, hanno commentato che la loro assistita non ha alcun timore di un eventuale confronto. Hanno inoltre evidenziato il rilievo dell’udienza, sottolineando come il rigetto delle eccezioni preliminari della difesa consolidi l’impianto accusatorio. Tale decisione, infatti, rende la testimonianza resa da Manuela Bianchi nell’incidente probatorio una prova pienamente utilizzabile nel processo. I legali hanno anche ricordato che è stata dichiarata inammissibile la nuova richiesta di rito abbreviato avanzata dalla difesa, poiché i reati contestati sono puniti con l’ergastolo.

Questa posizione è in linea con quanto dichiarato dalla stessa Bianchi, che al Resto del Carlino ha affermato di non sottrarsi al confronto, pur riconoscendone la difficoltà emotiva. Ha anzi ricordato di essere stata lei, in passato, a chiederne uno davanti al gip. Il processo entra così in una fase cruciale, con le prossime decisioni della Corte che potrebbero indirizzare in modo significativo il dibattimento.