Cronaca. Caso Nord Stream, la Corte di Bologna ordina l’estradizione dell’ucraino arrestato a San Clemente. Telenovela infinita, la difesa pronta a un nuovo ricorso

Nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria legata al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream. La Corte di Appello di Bologna ha nuovamente disposto la consegna alla Germania di Serhii Kuznietsov, l’ex militare ucraino di 49 anni accusato di essere coinvolto nell’attacco del 2022. La difesa, tuttavia, non si arrende e ha già annunciato un ulteriore ricorso in Cassazione.

La questione era tornata sul tavolo dei giudici bolognesi a seguito di un precedente rinvio da parte della Corte di Cassazione. Kuznietsov era stato arrestato lo scorso 21 agosto in provincia di Rimini in esecuzione di un mandato di arresto europeo. La decisione odierna fa seguito all’udienza tenutasi lo scorso 23 ottobre, al termine della quale i giudici hanno ribadito il via libera alla consegna.

Secondo il suo legale, l’avvocato Nicola Canestrini, l’intero procedimento sarebbe inficiato da gravi violazioni procedurali che ne minerebbero la legittimità e la conformità ai principi del giusto processo. Canestrini sostiene che siano stati utilizzati atti provenienti da un procedimento già annullato in precedenza dalla Cassazione. Inoltre, contesta il mancato rispetto del principio di fiducia reciproca tra Stati membri, dal momento che non sarebbe stata presa in considerazione una decisione della giustizia polacca che riconosceva all’uomo una forma di immunità funzionale.

La difesa lamenta anche una verifica non adeguata delle garanzie processuali e delle condizioni carcerarie in Germania, e solleva dubbi sulla natura politica del reato di sabotaggio contestato. La battaglia legale, quindi, è destinata a continuare. Per l’avvocato Canestrini, la posta in gioco in questo caso va oltre il destino del suo assistito, mettendo in discussione la credibilità stessa del sistema di cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea.

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