È accusata di aver prosciugato il conto corrente della zia, una donna di 81 anni, portandole via i risparmi di una vita per un valore stimato di 255mila euro. Per questo una donna è ora a processo a Forlì con la pesante imputazione di truffa, aggravata dall’aver approfittato del rapporto di fiducia e della condizione di fragilità della parente.
La vicenda giudiziaria è approdata in tribunale di fronte alla giudice Ramona Bizzarri, ma solo in seguito all’opposizione presentata dall’avvocato della parte civile, Giuseppe Mazzini, che ha impedito l’archiviazione del caso. Secondo quanto ricostruito ieri in aula, la nipote avrebbe avuto pieno accesso al conto bancario dell’anziana grazie a una delega ottenuta nel 2012, dopo la morte del marito della signora. Per anni, avrebbe effettuato prelievi consistenti, lasciando alla zia solo piccole somme mensili, tra i 250 e i 300 euro, per le sue spese quotidiane. L’imputata, difesa dall’avvocata Erika Ferrini, non si è presentata all’udienza di ieri.
I sospetti dell’anziana sono emersi circa sei o sette anni fa. Dopo un progressivo peggioramento delle sue condizioni di salute, la donna ha iniziato a chiedere alla nipote il denaro necessario per affrontare spese importanti, come delle cure odontoiatriche e la sostituzione della caldaia. Di fronte alle mancate risposte, accompagnata dall’altra sorella, si è recata in banca per un controllo, scoprendo la drammatica realtà: dei suoi 255mila euro accantonati, sul conto ne erano rimasti appena 2.500.
L’accusa di truffa si fonda proprio sull’abuso del legame di parentela e sullo sfruttamento della debolezza della vittima. È emerso inoltre che, in almeno un’occasione, la nipote avrebbe tentato di persuadere l’anziana a vendere il proprio immobile. Il processo è stato aggiornato e le parti si ritroveranno nuovamente in aula ai primi di dicembre per il proseguimento del dibattimento.












