Cronaca. Capodanno di sangue a Verucchio e archiviazione maresciallo Masini, dal Sindaco al Governo: soddisfazione, ma si riapre il dibattito sulle tutele alle forze dell’ordine

La chiusura del caso giudiziario a carico del comandante Luciano Masini ha innescato un’immediata eco politica, che dal plauso locale della sindaca di Verucchio arriva fino a Roma, riaprendo il dibattito sulla necessità di maggiori tutele legali per gli operatori delle forze dell’ordine. L’archiviazione dell’indagine per eccesso colposo di legittima difesa, legata alla tragica notte di Capodanno, diventa così il punto di partenza per una riflessione politica più ampia.

Lara Gobbi, Sindaco di Verucchio

A livello locale, la sindaca di Verucchio, Lara Gobbi, ha espresso profonda soddisfazione, definendo la decisione del gip “l’esito che era stato sempre auspicato”. La prima cittadina ha ribadito la piena solidarietà e riconoscenza dell’intera comunità nei confronti del luogotenente, sottolineando come l’archiviazione confermi che il militare agì in una condizione di estrema necessità per salvare altre vite.

Il caso ha però assunto una valenza nazionale, con esponenti del governo che hanno colto l’occasione per affrontare il tema delle garanzie per chi opera in divisa. La senatrice di Fratelli d’Italia, Domenica Spinelli, ha parlato di un “calvario giudiziario” per un carabiniere che ha agito in modo esemplare, evidenziando come la paura di conseguenze legali possa rappresentare un ostacolo per le forze dell’ordine. Ha quindi assicurato l’impegno del suo partito a sostegno degli agenti.

Ancora più concreta la posizione della Lega. I sottosegretari alla Giustizia e all’Interno, Ostellari e Molteni, oltre a esprimere apprezzamento per l’archiviazione, hanno annunciato la presentazione a breve di un disegno di legge specifico. La proposta mira a superare l’automatismo dell’iscrizione nel registro degli indagati per gli agenti che intervengono in situazioni critiche e a rafforzarne le tutele processuali. Hanno precisato che non si tratta di concedere uno “scudo penale”, ma di compiere un “atto di giustizia” necessario a proteggere chi garantisce la sicurezza dei cittadini.