Nel pomeriggio, in comma “comunicazioni”, prosegue il dibattito attorno alla vicenda Banca di San Marino cominciato durante la mattinata.
Andrea Menicucci (RF) sostiene che l’allarme tra i correntisti non nasca dai comunicati dell’opposizione bensì dal silenzio istituzionale; considera la banca solida, ma imputa un danno reputazionale ed economico alla gestione opaca e ai ritardi, inclusi quelli di Banca Centrale, che a suo dire nega l’autorizzazione solo dopo gli arresti.
Il Segretario di Stato Stefano Canti ricostruisce la cornice formale: l’indagine nasce da segnalazione AIF, sono state applicate misure cautelari e sequestri, e fuori dalle note ufficiali non si possono divulgare altri elementi; annuncia l’attivazione dell’Avvocatura sia contro le voci destabilizzanti sia per valutare la costituzione di parte civile, e richiama l’Aula a un rispetto istituzionale che tuteli il sistema.
Maria Luisa Berti (AR) invita a non denigrare il Paese: sottolinea che i presìdi hanno impedito il perfezionamento dell’operazione, chiede messaggi di tranquillità ai risparmiatori e un lavoro comune per correggere eventuali mancanze senza alimentare sfiducia.
Giuseppe Maria Morganti (Libera) rivolge un appello alla stessa maggioranza: “Abbiamo costituito questo governo per proseguire sulla strada della trasparenza, non per altro. Tuttavia, stanno diventando troppe le occasioni in cui questa strada viene deviata. La questione è politica prima ancora che economica. Vogliamo rimetterci sulla strada giusta? Io credo che le potenzialità ci siano ancora”.
Enrico Carattoni (RF) ribadisce che l’opposizione non ha mai messo in dubbio la solidità dell’istituto e imputa alla maggioranza la politicizzazione della cessione. “Chi ha dato la dimensione politica a questo tema? Chi ha voluto dare un’impronta politica alla cessione del pacchetto azionario di Banca di San Marino? Siete stati voi” dice, rivolgendosi alla maggioranza.
Mirko Dolcini (D-ML) accusa il Governo di aver lasciato correre voci per una settimana; per lui l’esecutivo deve governare anche la comunicazione di crisi, confrontandosi con l’opposizione anziché rinviare tutto al Tribunale.
Gian Carlo Venturini (PDCS) rimarca che la banca resta dei sammarinesi e che gli organi interni hanno fatto scattare i controlli; invita a non alimentare paure che ricadono sulla collettività e a lasciare lavorare vigilanza e magistratura. “Oggi – sottolinea – si fanno i moralisti, quando io e i miei colleghi, in quegli anni, per aver cercato di evidenziare situazioni che a nostro avviso erano opache, ci siamo beccati denunce da parte di quelli che oggi sono i principali imputati”.
Sara Conti (RF) parla di responsabilità politica: ricorda prese di posizione pubbliche a favore della vendita da parte di esponenti di maggioranza e giudica inefficiente la vigilanza per i tempi dell’istruttoria, mentre riconosce ad AIF l’unica reazione tempestiva. Il Segretario di Stato Matteo Ciacci si focalizza sul tema della fiducia: spiega che la linea è rafforzare prevenzione e vigilanza, rendendo operativo l’addendum con l’Italia per sostenere Banca Centrale e impedire pressioni sulla vendita delle banche.
Gian Nicola Berti (AR) legge la vicenda come prova che oggi vigilanza, AIF e Tribunale funzionano; chiede di sostenere la vigilanza con tutte le informazioni possibili e tenere la politica fuori dalle scelte autorizzative. “Da quell’epoca — mi riferisco a Confuorti, Grais e la banda, ancora sotto processo avanti al nostro Tribunale — si sono abbandonate, per fortuna, le leve di potere dopo una protezione politica che conosciamo tutti molto bene. È evidente che oggi c’è una San Marino che può funzionare”.
“In un mondo normale, ci sarebbe stato un coinvolgimento dell’opposizione e una spiegazione dettagliata – dice Fabio Righi (D-ML) -. Non significa mettere le mani nei fascicoli; significa che operazioni del genere, in un Paese piccolo, devono essere attenzionate anche dal mondo politico”. Righi denuncia l’assenza di una strategia decennale su finanza e vigilanza e, in parallelo, presenta un ordine del giorno.
Manuel Ciavatta (PDCS) rivendica il percorso di ricostruzione di banche e Tribunale dal 2017 e afferma che gli “anticorpi” oggi rispondono a nessuno se non alle regole; difende la scelta di lasciare alla vigilanza la valutazione del socio e indica nell’Accordo di associazione e nell’addendum il passaggio chiave per potenziare ulteriormente i controlli.
I lavori proseguono quindi con una serie di commi dedicate a nomine e sostituzioni.
Al comma 8 viene affrontata la nomina del Dirigente dell’Authority per l’autorizzazione, l’accreditamento e la qualità dei Servizi Sanitari, Socio-Sanitari e Socio-Educativi. Il Congresso di Stato propone la seguente rosa di esperti: Loredana Mariotti, Tommaso Saporito, Vincenzo Romano Spica. Le forze di opposizione esprimono una critica nei confronti del metodo adottato dalla maggioranza nella gestione delle nomine in discussione. Secondo l’opposizione, questo modo di procedere rappresenta una mancanza di rispetto non solo nei confronti delle forze politiche di minoranza, ma anche verso i professionisti. Viene nominato il dott. Saporito con 32 voti, 12 le astensioni.
Ecco qui sotto nel dettaglio gli interventi
20251029 – Consiglio Grande e Generale – Report mercoledi 29 ottobre 2025 pomeriggio (1)












