Unire ricerca scientifica, valorizzazione del territorio e recupero delle tradizioni. È questo l’obiettivo dell’accordo di cooperazione siglato tra il Comune di Montescudo-Monte Colombo e l’Università degli Studi di Urbino ‘Carlo Bo’. Il progetto, approvato venerdì scorso, 24 ottobre, dalla giunta comunale, trasformerà il boschetto di Monte Colombo, di proprietà pubblica, in un orto botanico dedicato alle antiche erbe tintorie della stampa su tela romagnola.
L’iniziativa, formalizzata in un documento il cui contenuto è stato concordato dal professor Andrea Pompa, prefetto dell’Orto Botanico di Urbino, e da Federica Foschi, direttrice dei musei comunali, è stata annunciata in un comunicato diffuso dal Comune stesso. L’area interessata è il boschetto di Monte Colombo, un’area verde divenuta interamente di proprietà pubblica dal 2024.
Il cuore del progetto prevede la coltivazione delle piante storicamente utilizzate per ottenere i colori per la stampa a ruggine su tela, un’arte tipica della Romagna e del Montefeltro che ha in Montescudo uno dei suoi luoghi d’origine. Le erbe prodotte verranno poi impiegate nell’antica bottega di stampa ricreata all’interno del Museo etnografico comunale, ospitato nella vicina torre di Guardia del Castello di Monte Colombo, per mostrare a visitatori e scolaresche l’intero processo artigianale, dalla pianta al tessuto.

L’accordo, come spiega la nota del Comune, apre importanti prospettive accademiche. L’Università potrà infatti condurre studi e ricerche sulla biodiversità del boschetto, che diventerà anche campo di indagine per tesi di laurea. Dal canto suo, l’amministrazione comunale potrà non solo istituire specifiche borse di studio per incentivare la ricerca, ma anche avvalersi della consulenza degli esperti universitari per la cura e la gestione scientifica sia del boschetto che del nuovo orto botanico.
L’iniziativa si configura così come un progetto integrato che salda cultura, ambiente e formazione. La valorizzazione di un’area naturale si lega al recupero di un sapere artigianale antico, trasformando il patrimonio locale in un laboratorio a cielo aperto per le nuove generazioni e per la ricerca scientifica.












