Cronaca, Rimini. Risoluzione definitiva: i genitori bengalesi della giovane costretta a un matrimonio combinato restano agli arresti domiciliari

Il Tribunale del Riesame di Bologna ha confermato la decisione del giudice per le indagini preliminari, mantenendo in vigore la misura degli arresti domiciliari per i genitori di una ragazza bengalese di 20 anni vittima di un matrimonio forzato. La coppia, composta dal padre di 55 anni e dalla madre di 42 anni, entrambi residenti a Rimini e difesi dall’avvocata Valentina Vulpinari, è accusata di aver esercitato violenza per costringere la figlia a sposare un uomo più grande in Bangladesh.

La vicenda risale allo scorso aprile, quando la famiglia atterrò all’aeroporto di Bologna dopo aver celebrato il matrimonio in Bangladesh. Al suo arrivo, la giovane, che si trovava in una situazione di grande vulnerabilità, fu presa in custodia dai carabinieri e messa in sicurezza in un luogo segreto. La ragazza, grazie all’intervento di un’amica, riuscì a mettersi in contatto con il consultorio del dipartimento salute donna di Rimini e con un centro anti-violenza, prontamente coinvolti per proteggerla.

Il procedimento giudiziario segue le accuse mosse agli imputati, che sono stati ritenuti responsabili di aver esercitato pressione e violenze per costringerla a sposare un uomo più anziano, violando così i diritti della giovane e le normative italiane contro le pratiche di matrimoni forzati. La decisione del Tribunale del Riesame di Bologna rafforza la misura cautelare, orientata a tutelare la vittima e garantire che la famiglia non possa agire nuovamente in modo tale da mettere a rischio la suo benessere.