San Marino. Consiglio Grande e Generale – Lunedi 3 novembre 2025 pomeriggio+sera. I report di Askanews

Consiglio Grande e Generale, sessione 29, 30, 31 ottobre; 3, 4, 5, 6, 7 novembre 2025

Lunedì 3 novembre 2025, pomeriggio

La seduta odierna parte dalla discussione sul comma economico (riforma IGR in II lettura, ratifica del Decreto 125 sull’emissione di titoli e Pdl quadro sulle emissioni).

Sulla riforma dell’Imposta Generale sui Redditi, la maggioranza ha rivendicato il risultato politico dell’accordo con i sindacati e la finalizzazione degli emendamenti condivisi. Manuel Ciavatta (Pdcs) ha proposto di “illustrare gli emendamenti e andare subito al voto”, per chiudere rapidamente: “E’ uscito vincitore il Paese dalla capacità di dialogo”.

Per Giuseppe Maria Morganti (Libera) il percorso è stato “altamente democratico” e il testo oggi “è efficace, giusto, equilibrato”, con controlli più incisivi e la trasformazione delle deduzioni in detrazioni.

Dalla Dc, Marinella Chiaruzzi ha richiamato il valore del prelievo per reggere welfare, sanità e scuola, chiedendo più coinvolgimento e spending review. Sandra Stacchini (Pdcs) ha ammesso errori “sui tempi e sullo squilibrio iniziale sui frontalieri”, ma ha difeso l’impianto correttivo “a tutela dei redditi medio-bassi”.

Dal Psd, Gerardo Giovagnoli ha parlato di “legge non come le altre”, frutto di un compromesso sociale, con effetti di equità misurabili: “Sotto i 12.500 euro non si paga nulla in più; tra 12 e 25 mila l’aggravio massimo è 86 euro; tra 25 e 35 mila c’è persino una riduzione”.

Michele Muratori (Libera) ha legato la riforma alla credibilità sui mercati: “Piccolo sacrificio oggi per rinegoziare il debito a tassi migliori”.

Tra i Segretari di Stato, Pedini Amati ha insistito sui controlli: “Tra uno o due anni voglio vedere i controlli fatti, non solo scritti”, e ha chiesto chiarimenti sulle deduzioni delle polizze vita. Maria Luisa Berti (Ar) ha indicato sei priorità post-IGR: vera equità, lotta al nero, contenimento spesa e qualità dei servizi. Giovanna Cecchetti (indipendente) ha rivendicato l’estensione della SMAC e i “controlli automatici sotto i 15.000 euro in tre anni”.

Dura l’opposizione.

Rete parla di riforma “nata male e corretta dalla piazza”.

Emanuele Santi attacca: “Il testo di luglio discriminava 8.600 frontalieri, non era progressivo e colpiva dipendenti e pensionati. A ottobre avete accettato in blocco la proposta del sindacato”. Sui poteri regolamentari: “La delega in bianco dell’articolo 50 esautora il Consiglio”.

Giovanni Maria Zonzini chiede stime scritte: “Dateci un prospetto: almeno un intervallo di confidenza”. Gian Matteo Zeppa ironizza: “Avete fatto il ‘se-la- va’: ci avete provato, poi vi ha fermato la piazza”.

Per Domani–Motus Liberi (D-ML), la riforma resta squilibrata sul sistema produttivo.

Fabio Righi:Vi lodate di aver chiamato i soccorsi dopo aver dato fuoco alla casa. L’1% aggiuntivo è un carico generalizzato su chi produce”.

Gaetano Troina contesta le finalità: “Parlate di riequilibrio tra categorie, ma non esiste nessun quadro ufficiale che lo dimostri”.

Mirko Dolcini:Avete offeso cittadini e frontalieri: servivano prima spending review e sviluppo, non mettere le mani in tasca”. Carlotta Andruccioli: “Con più umiltà potevate dire ‘siamo partiti male’. Non ci chiedete ora di firmare emendamenti scritti nelle segrete stanze”.

Repubblica Futura (Rf) rimarca il metodo e l’assenza di visione. Andrea Menicucci parla di “narrazione artificiale”: “10.000 persone in piazza vi hanno costretto a cambiare”. Nicola Renzi definisce l’esito “una marmellata senza progettualità” e avverte: “Non voteremo a scatola chiusa una riforma di cui non conoscete il gettito”. Matteo Casali giudica “essenziale” formalizzare i saldi: “Non potete parlare di riequilibrio senza tabelle”. Antonella Mularoni rincara: “Come si imposta il bilancio 2026 senza proiezionì ‘Dipende, si vedrà non è una risposta”.

Sara Conti respinge la tesi della mancata collaborazione: “In Commissione avete tirato dritto; chiamarci tre ore prima con un SMS non è confronto”. Katia Savoretti: “Il testo migliorato non è merito vostro ma di chi ha scioperato”.

Sul merito finanziario, Luca Lazzari (Psd) ha ricordato che l’urgenza nasce dall’accesso ai mercati: “Non è obbedienza al FMI, è credibilità”.

Luca Boschi (Libera) ha ricostruito nel dettaglio le cifre e le modifiche tra le varie versioni del provvedimento, fornendo la stima più articolata della giornata: La prima versione prevedeva 20 milioni di gettito: 10 dai lavoratori dipendenti, di cui 8,5 milioni dai frontalieri, e altri 10 milioni da imposte e misure accessorie. La seconda versione, dopo settembre, ha corretto la discriminazione sui frontalieri ma ha comportato una perdita di circa 5 milioni, compensata con l’aumento dell’1% dell’imposta generale. La terza versione, frutto dell’intesa con i sindacati, ha introdotto nuove tabelle e l’equiparazione dei frontalieri, determinando un’ulteriore perdita di 2-3 milioni, portando il gettito stimato complessivo a 17 milioni di euro”.

Opposizioni scettiche sui numeri: Giovanni Zonzini (Rete) ha chiesto “proiezioni scritte”, mentre Matteo Casali (Rf) e Antonella Mularoni (Rf) hanno denunciato l’assenza di un prospetto ufficiale: “Come si fa a impostare il bilancio senza stime?”.

Il Segretario alle Finanze Marco Gatti ha respinto le accuse: “Criticare è facile, ha detto rivolgendosi all’opposizione, ma trovare un punto di incontro per modificare una legge fiscale è complesso. Non so se questa sia la miglior riforma, ma era la riforma possibile.” Ha assicurando che “gli effetti saranno monitorati trimestre per trimestre”. Il Segretario ha anche respinto i tentativi di collegare la riforma al caso Ente Cassa di Faetano: “Mi sembra assolutamente ridicolo sentire questi parallelismi. E’ un’altra partita. Guardiamo al merito del provvedimento.”

In chiusura è partito l’esame dell’articolato con sei consiglieri di opposizione ad intervenire sull’articolo 1 (Finalità). I lavori ripartiranno in seduta serale alle 21:00.

Di seguito una sintesi degli interventi

20251103 – Consiglio Grande e Generale – Report lunedì 3 novembre 2025 pomeriggio

 

Lunedì 3 novembre, sera

Durante la seduta serale di lunedì 3 novembre del Consiglio Grande e Generale, prosegue l’esame dell’articolato del progetto di legge di riforma dell’IGR. Vengono approvati gli articoli dall’1 all’8.

Dalle opposizioni arrivano osservazioni tecniche e politiche.

Fabio Righi di Domani Motus Liberi parla di una riforma che, in realtà, non riequilibra le differenze tra le varie categorie di reddito.

Emanuele Santi (Rete) solleva perplessità sull’impatto della ritenuta sugli interessi passivi pagati a non residenti, temendo che possa aumentare i costi di finanziamento per le imprese sammarinesi e apparire come una misura protezionistica nel momento in cui San Marino si appresta a siglare l’accordo con l’Unione Europea.

Enrico Carattoni (Repubblica Futura) invita il Governo a rafforzare i controlli sui lavoratori autonomi stranieri che operano in territorio senza adeguata vigilanza, mentre Nicola Renzi, dello stesso gruppo, mette in guardia contro la logica dei pregiudizi fra categorie di lavoratori e lamenta l’esclusione degli ordini professionali dal confronto nella fase finale della riforma.

Il dibattito si fa più acceso sull’articolo 4, relativo al trattamento fiscale del TFR.

Emanuele Santi rivendica il risultato come una vittoria delle forze sociali e politiche che si sono opposte a una misura giudicata “iniqua e antipatica”, ricordando che anche alcuni commissari di maggioranza avevano espresso dubbi.

Nicola Renzi sottolinea come i cittadini abbiano dovuto “guadagnarsi il dialogo” con lo sciopero e con il sacrificio economico, mentre Gaetano Troina (Domani Motus Liberi) rimarca il valore simbolico di quelle giornate di protesta, spiegando che molte famiglie hanno rinunciato a più giornate di stipendio pur di far sentire la propria voce.

Dal fronte di Governo, il Segretario di Stato Gatti ammette che l’aumento del TFR avrebbe garantito circa 1,4 milioni di euro di gettito e spiega che la rinuncia è stata parte della trattativa con i sindacati. Ricorda che, in Italia, il TFR è tassato in modo progressivo con aliquote molto più alte, ma riconosce la necessità di un compromesso politico. Quanto al resto della manovra, spiega che non tutte le voci di gettito possono essere stimate con precisione, soprattutto quelle legate a variazioni di ammortamento o a cambi strutturali della base imponibile. Sull’articolo 5, il Governo chiarisce che la norma si muove in tandem con l’articolo 7: alcuni oneri deducibili diventano detrazioni, le elencazioni vengono ricondotte agli allegati A e B, e si introduce la tracciabilità obbligatoria dei pagamenti in luogo del vincolo di spesa sul solo territorio sammarinese;

le opposizioni chiedono però come l’Ufficio Tributario possa reggere i nuovi carichi tra carenze di personale, pensionamenti e prepensionamenti.

Il Segretario Gatti spiega che il problema degli organici all’interno della PA è aggravato dal fatto che ai concorsi pubblici si presentano sempre meno candidati. Gatti sottolinea che il Governo e i dirigenti dell’Amministrazione hanno formalizzato tutte le richieste di copertura dei posti mancanti, ma che la carenza di risorse umane è ormai un limite diffuso anche nella Pubblica Amministrazione, non solo nel settore privato. In parallelo, annuncia l’intenzione di potenziare l’automazione dei controlli fiscali: un sistema informatico più evoluto, spiega, potrà in futuro alleggerire il carico di lavoro manuale.

Confronto serrato sull’articolo 7, che modifica l’articolo 16 della Legge n.166/2013, ridefinendo il sistema delle detrazioni fiscali legate alle spese tracciate, alle protesi dentarie e sanitarie e ai canoni di locazione.

Il Segretario di Stato Marco Gatti illustra le principali modifiche: la detrazione per le protesi passa dal 15% al 18%, mentre per i canoni di locazione viene introdotto un tetto massimo di 6.000 euro, misura volta a prevenire abusi e autolocazioni fittizie. Sul fronte delle spese tracciate tramite SMAC, Gatti spiega che il nuovo modello supera la discriminazione tra residenti e non residenti, introducendo un sistema progressivo che lega la detrazione all’uso effettivo della card e al livello di reddito.

Ma è proprio su questo articolo che si concentra la pioggia di critiche dell’opposizione, che lo definisce “l’articolo della discordia”.

Secondo Emanuele Santi (Rete), la prima versione del testo era “un disastro”, poichè discriminava i lavoratori frontalieri.

Nicola Renzi (Repubblica Futura) parla di una riforma che è stata riscritta interamente dalle sigle sindacali.

Anche Fabio Righi (Domani Motus Liberi) critica la gestione del percorso legislativo, accusando il Governo di aver evitato il confronto preventivo con opposizioni e categorie, salvo poi modificare tutto all’ultimo momento.

Sara Conti (RF) sottolinea che l’articolo, nella sua prima versione, avrebbe potuto compromettere i rapporti economici con l’Italia e creare fratture sociali nel Paese.

Matteo Zeppa e Giovanni Zonzini (Rete) parlano apertamente di un testo “discriminatorio e immorale”, accusando il Segretario e la maggioranza di aver tentato di colpire i lavoratori frontalieri, categoria priva di rappresentanza politica ma essenziale per l’economia del Paese.

Il Segretario di Stato Marco Gatti, nelle sue repliche, respinge le accuse di pressioni esterne, chiarisce che la fiscalità non è materia del negoziato con l’Unione Europea, e ribadisce che nessuna ingerenza è arrivata dal governo italiano.

Il Segretario rivendica infine che la nuova versione dell’articolo, nata da un confronto serrato con le organizzazioni sindacali, rappresenta un punto di equilibrio tra le esigenze di tutela dei redditi più bassi, la necessità di garantire equità fiscale e l’obiettivo di promuovere la tracciabilità dei pagamenti. Una mediazione politica complessa, ammette, ma che considera un risultato positivo dopo settimane di confronto.

Alle 24.00 i lavori vengono sospesi. Riprenderanno domani alle 14.00.

Di seguito una sintesi degli interventi

20251103 – Consiglio Grande e Generale – Report lunedi 3 novembre 2025 sera