Cronaca. Milano, accoltellamento a Gae Aulenti: l’aggressore confessa di aver scelto una vittima a caso

Ha confessato Vincenzo Lanni, il 59enne fermato per l’accoltellamento avvenuto ieri mattina a Milano in piazza Gae Aulenti. L’uomo ha ammesso di aver colpito alla schiena Anna Laura Valsecchi, 43 anni, scegliendola casualmente in un luogo che, a suo dire, rappresenta un simbolo del potere economico. La vittima, soccorsa e operata d’urgenza, è ricoverata in condizioni serie ma stabili e non sarebbe in pericolo di vita.

Durante l’interrogatorio notturno di fronte alla pm Maria Cristina Ria, Lanni ha ricostruito con lucidità il suo gesto. Ha confermato di non avere alcun legame con la donna e di aver agito spinto da una profonda rabbia e insofferenza verso il sistema economico. Agli inquirenti ha raccontato di un licenziamento subito dieci anni fa da un’azienda informatica, un evento che lo avrebbe segnato profondamente, facendolo sentire escluso e dimenticato dalla società.

L’aggressione è avvenuta poco dopo le nove di ieri, mentre la vittima si recava al lavoro in uno degli uffici che si affacciano sulla piazza. Lanni l’ha avvicinata alle spalle e l’ha colpita con un unico fendente, per poi abbandonare l’arma e fuggire. L’uomo è stato rintracciato poche ore dopo dai carabinieri del Nucleo Investigativo, grazie all’analisi delle immagini di videosorveglianza e ad alcune segnalazioni.

Il profilo dell’aggressore è complesso. Originario della Campania ma residente da tempo in Lombardia, Lanni ha precedenti penali specifici. Nel 2016 era stato condannato a otto anni di reclusione per due episodi di violenza simili, a cui era seguito un periodo di tre anni in una struttura psichiatrica. Di recente era stato inserito in una comunità di recupero, dalla quale era stato però allontanato pochi giorni fa per cattiva condotta. Al momento dell’aggressione era un uomo libero, senza obblighi o misure restrittive.

Le indagini della Procura di Milano proseguono per chiarire ogni aspetto della vicenda. Sono stati disposti accertamenti psichiatrici per valutare la capacità di intendere e di volere dell’uomo al momento del fatto. Gli inquirenti stanno inoltre verificando le procedure che hanno portato alla sua dimissione dalla comunità, per capire se siano stati sottovalutati eventuali segnali di rischio. Il caso riapre il dibattito sulla gestione dei percorsi di riabilitazione per soggetti con gravi disturbi comportamentali.