Il comandante Osama Almasri è stato arrestato in Libia. Lo ha fatto sapere la procura generale di Tripoli in una nota pubblicata su Facebook. “Il sostituto procuratore generale ha completato la raccolta di informazioni relative alle violazioni dei diritti dei detenuti nell’istituto di correzione e riabilitazione di Tripoli che hanno segnalato alla procura di aver subito torture e trattamenti crudeli e umilianti“. È stato “quindi condotto un interrogatorio sulle circostanze relative alla violazione dei diritti di dieci detenuti e alla morte di un detenuto a seguito di tortura”. “In presenza di prove sufficienti per procedere con l’accusa”, è stato “rinviato a giudizio l’imputato, attualmente in custodia cautelare”.
Schlein: “Arresto in Libia figura vergognosa, governo chieda scusa”
Sul caso è intervenuta la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. “Le autorità libiche hanno ordinato l’arresto di Almasri, per tortura e omicidio. Lo stesso criminale che Meloni, Nordio e Piantedosi hanno liberato e riaccompagnato a casa con un volo di Stato, dopo che la magistratura e le forze dell’ordine italiane lo avevano fermato nel nostro Paese per il mandato d’arresto della Corte Penale internazionale. Evidentemente per la procura in Libia il diritto internazionale non vale ‘solo fino a un certo punto’, come per il governo italiano. Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani”, ha sottolineato la leader dem.
All’attacco anche Matteo Renzi. “La giustizia libica ha arrestato il generale Almasri per torture sui detenuti. Anche la polizia italiana lo aveva fatto, per lo stesso reato, quasi un anno fa. Ma Giorgia Meloni e Carlo Nordio hanno scelto di liberare Almasri e gli hanno pagato un volo di Stato con tutti gli onori, scrivendo una pagina vergognosa nella storia delle Istituzioni del nostro Paese. Il governo Meloni è il governo dell’ingiustizia“, ha scritto in una nota il leader di Italia Viva.
Caso Almasri: la ricostruzione di cosa è successo
Il comandante libico, al vertice della polizia giudiziaria, è accusato dalla Corte Penale Internazionale di crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mittiga. Arrestato in Italia, a Torino, a inizio 2025, è stato rimpatriato in tempi rapidi con un volo di Stato. Incarcerato il 19 gennaio, Almasri è stato rilasciato il 21, dopo due giorni di detenzione. Per questo fatto i ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano sono stati indagati a vario titolo per favoreggiamento, peculato e omissione di atti d’ufficio. Tuttavia il Tribunale dei ministri, dopo che la Camera ha negato l’autorizzazione a procedere, ha archiviato il procedimento nei confronti dei tre rappresentanti del governo Meloni.
Legale di una vittima di Almasri: “Rimane sconcerto per la condotta del governo”
“Prendo atto della notizia dell’arresto di Almasri ed aspetto di vedere gli sviluppi di questa situazione, sappiamo tutti che in Libia le cose cambiano in fretta, a volte anche nel breve volgere di un giorno”, ha detto l’avvocato Francesco Romeo, legale di Lam Magok, vittima delle torture del generale libico. “Rimane lo sconcerto per la condotta di Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano che hanno riportato Almasri in Libia sottraendolo al processo innanzi la Corte Penale Internazionale, ove avrebbe dovuto rispondere dei crimini commessi. Non è detto che questo accada a Tripoli”.
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