La tensione tra allevatori e fauna selvatica nelle colline cesenati ha raggiunto un nuovo picco. L’altro ieri, a Sogliano al Rubicone, un allevatore ha denunciato l’uccisione di una delle sue mucche da parte di un branco di lupi, un episodio che ha riacceso con forza il dibattito sulla gestione dei predatori nel territorio.
La vittima dell’attacco è una mucca di circa 12 anni, gravida di otto mesi e dal peso di oltre sette quintali. L’animale, lasciato al pascolo in un’area al confine con l’Oasi di Montetiffi, è stato assalito, trascinato in una zona impervia e completamente divorato. A denunciare l’accaduto è stato l’allevatore Maurizio Dall’Acqua, associato a Coldiretti, che ha documentato l’accaduto. L’allevatore ha spiegato che le impronte rinvenute sul terreno appartengono a un branco di almeno cinque lupi, un gruppo che sarebbe già stato avvistato e segnalato nella zona la settimana precedente.
Dall’Acqua ha espresso tutta la sua impotenza di fronte a un problema che sta diventando insostenibile, sottolineando come ogni attacco comporti perdite economiche e sofferenza. Questa situazione, ha aggiunto, lo ha già costretto a modificare le pratiche aziendali, rendendo impossibile, ad esempio, far partorire gli animali all’aperto per timore delle predazioni.
Coldiretti Forlì-Cesena, nel diffondere la notizia, ha confermato che non si tratta di un episodio isolato. Negli ultimi due anni, il problema si è aggravato drasticamente, colpendo in particolare le aziende zootecniche di Sogliano, Mercato Saraceno e delle aree limitrofe. Secondo l’associazione, la presenza del lupo è diventata una minaccia per la sopravvivenza stessa delle imprese locali. Aumentano anche i timori per la sicurezza delle persone, con avvistamenti di lupi sempre più vicini ad abitazioni e aziende agricole. Il direttore Alessandro Corsini ha lanciato l’allarme sulla possibile estinzione degli allevamenti di razza romagnola, un patrimonio genetico unico del territorio.
Per queste ragioni, Coldiretti chiede interventi immediati e strutturali. Le richieste includono un monitoraggio costante, piani di prevenzione con recinzioni elettrificate e cani da guardiania, risarcimenti rapidi e un sostegno economico per le aziende. Si insiste inoltre sulla necessità di una gestione equilibrata della specie, alla luce del suo recente declassamento da “particolarmente protetta” a “protetta”, che potrebbe consentire interventi di contenimento. Il presidente Massimiliano Bernabini ha precisato che la battaglia non è contro il lupo, ma per la dignità e la sicurezza degli allevatori, annunciando che l’impegno continuerà finché non si otterranno soluzioni concrete.











