Giovedì 6 novembre 2025, pomeriggio
Il Consiglio Grande e Generale ha approvato nella seduta pomeridiana il progetto di legge “Disposizioni in materia di emissioni di Titoli del debito pubblico della Repubblica di San Marino”. Il testo, che disciplina per la prima volta in modo organico l’emissione dei titoli di Stato, è passato con 32 voti favorevoli e 12 contrari, dopo un lungo e acceso dibattito.
La legge introduce una nuova metodologia per l’emissione del debito, affidando al Congresso di Stato la possibilità di definire le caratteristiche tecniche dei titoli tramite regolamento, senza più la necessità di passaggi in Consiglio o di decreti delegati. Si prevedono inoltre la creazione di un fondo di copertura presso la Banca Centrale, la possibilità di emettere titoli fino a 50 anni e l’utilizzo di strumenti derivati a copertura dei rischi.
Per l’opposizione, si tratta di una svolta pericolosa che “esautora completamente il Consiglio”. Nicola Renzi (Repubblica Futura) ha criticato duramente: “Questa legge consente di introdurre una nuova metodologia per emettere debito pubblico, ma demanda tutto al regolamento del Congresso di Stato. È un accentramento di poteri senza precedenti: quello che non è riuscito a fare la riforma IGR, oggi viene autorizzato per legge.”
Emanuele Santi (Rete) ha parlato di “una delega in bianco al governo”, aggiungendo: “Il debito è un atto politico, non amministrativo. Con questa legge il Congresso potrà decidere dove, quanto e a che tasso indebitare il Paese, senza alcun dibattito.”
Critiche simili anche da Gaetano Troina (Domani Motus Liberi), che ha denunciato la “progressiva spoliazione del Consiglio”: “State creando un sistema in cui il governo agisce senza contrappesi. Domani, se sarete all’opposizione, non vi andrà più bene.”
Dalla maggioranza, il Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti ha difeso la riforma come “un passo necessario per rendere più efficiente e competitivo il sistema sammarinese sui mercati internazionali”. “Nessuno al mondo – ha spiegato – lavora tornando ogni volta in Parlamento per un’emissione. Il Consiglio mantiene un ruolo centrale: definisce i limiti massimi del debito e i costi nel bilancio di previsione. Noi regolamentiamo ciò che prima veniva fatto solo con decreti.”
Tra le novità più discusse, la possibilità di utilizzare derivati “a copertura dei rischi di tasso o di cambio”, la rinuncia parziale all’immunità su alcuni beni dello Stato e l’autorizzazione a emettere titoli anche sui mercati esteri, ma solo all’interno dell’Unione Europea o del Regno Unito.
Sandra Stacchini (Pdcs), relatrice di maggioranza, ha difeso il testo come “una legge ben articolata che consente allo Stato di cogliere le opportunità del mercato, sempre entro i limiti fissati dal Consiglio”.
In chiusura di seduta, Marco Gatti ha illustrato anche la variazione al Bilancio di Previsione 2025, che riduce il disavanzo da 30 a 12 milioni di euro, con un avanzo primario di 40 milioni. “Abbiamo registrato maggiori entrate e una gestione più attenta della spesa,” ha spiegato il Segretario. “Non sarà necessario emettere nuovo debito: l’unica emissione sarà quella di 50 milioni per sostituire il titolo in scadenza a dicembre.” Ha poi aggiunto: “Se l’andamento dell’economia non cambia in questi due mesi di novembre e di dicembre, probabilmente il disavanzo potrebbe essere prossimo al pareggio”.
Di seguito una sintesi degli interventi.
20251106 – Consiglio Grande e Generale – Report giovedi? 6 novembre 2025 pome












