“Sono sereno, è un classico tentativo di spillare soldi a una persona popolare”. Con queste parole Mirko De Carli, portavoce nazionale del Popolo della Famiglia, commenta la sua citazione a giudizio per truffa. L’esponente politico, noto a Ravenna anche per la sua candidatura alle scorse amministrative, respinge ogni addebito e passa al contrattacco, definendo il procedimento giudiziario un’operazione strumentale contro di lui.
La Procura di Ravenna contesta a De Carli di aver percepito compensi non dovuti da due esercenti e di aver esercitato abusivamente la professione di intermediario assicurativo. Ma secondo l’imputato, la vicenda ha un’altra origine. Ha infatti dichiarato che le accuse proverrebbero da persone con alle spalle “percorsi fallimentari”, che avrebbero deciso di agire legalmente contro di lui solo dopo la sua crescente esposizione mediatica.
Secondo la sua linea difensiva, la sua visibilità, aumentata nell’ultimo anno e mezzo grazie ad apparizioni televisive e radiofoniche, lo avrebbe reso un bersaglio facile. De Carli ha sottolineato come sia semplice attaccare un politico esposto mediaticamente, suggerendo che le accuse siano state costruite proprio per sfruttare la sua notorietà.
Ora la parola passa al tribunale, che dovrà valutare le prove raccolte dalla Procura e la versione difensiva dell’esponente politico, convinto di essere vittima di un attacco mirato a danneggiarlo e a ottenere un vantaggio economico sfruttando la sua immagine pubblica.











