Sulla riforma IGR più pazza del mondo e su un assestamento di bilancio che certifica spese ancora più pazze, si è accesa la conferenza stampa dei gruppi di opposizione rappresentati da Nicola Renzi (RF), Fabio Righi (Motus) e Matteo Zeppa (Rete).
Nella giornata di venerdì, il Consiglio ormai celebra le sue ultime battute dopo una seduta fiume dedicata in particolar modo a tre argomenti che pesano come macigni: la riforma IGR, la legge che regola le nuove emissioni di titoli di debito e l’assestamento di bilancio. Ripercorrere le tappe principali di quanto è successo, è quasi un obbligo per tutte e tre le forze.
“Abbiamo sentito in Aula governo e maggioranza ringraziare i lavoratori che hanno scioperato – ricorda Nicola Renzi – che bella manifestazione di democrazia e di dialogo, dicevano. A me veniva un po’ da ridere, perché tutti loro si accorgeranno di quanto sono costate queste due manifestazioni quando arriveranno le trattenute. Uno sciopero non è gratuito. Il risultato a cui si è arrivati dopo due scioperi generali, si poteva arrivare prima: questo è il dato di fatto. Allora, i soldi pagati dagli scioperanti sono il prezzo dell’incapacità politica del governo”. Nessuno sconto al Segretario Gatti sulle tabelle che lui voleva portare avanti e che solo grazie al sindacato e ai lavoratori oggi prevedono aumenti fiscali contenuti, almeno nelle fasce di reddito medio. Il trattamento sui frontalieri è stato praticamente azzerato e anche l’utilizzo della SMAC è stato scaglionato. “Si potrebbe dire che la riforma presentata per tartassare dipendenti, pensionati e frontalieri si è ridotta all’aumento dell’1 per cento delle tasse sulle aziende – insiste Renzi – e questo dà il senso di quanto questa politica del governo sia schizofrenica”. Non è sfuggito a nessuno che, in questa contingenza, si sono create delle correnti politiche tra chi voleva trattare con i sindacati e chi voleva tirare dritto. “Una parte considerevole della DC, per lungo tempo ha voluto tenere duro – specifica Renzi – ma c’è stato il PSD che si è ravveduto sulla via di Damasco, dopo aver detto che la riforma era meravigliosa, mentre Libera è stata forse quella che ha trainato la trattativa più di tutti”. Comportamenti che, tuttavia, non assolvono nessuno, perché il peccato d’origine è stato il deposito di una riforma siffatta. Tra l’altro, nonostante l’incalzare delle opposizioni e del sindacato, sui controlli non c’è quasi nulla, tranne tentativi di maquillage che, in sostanza, affermano che sotto i 15 mila euro si può lecitamente evadere. Il concetto, purtroppo sempre valido, è che continuano ad esistere sacche di evasione e di elusione perché non c’è alcuna volontà di incrociare dati che comunque ci sono.
Gli argomenti si intrecciano nelle valutazioni dei tre esponenti di opposizione e toccano un’altra ferita aperta sull’analisi politica: il combinato disposto di IGR e assestamento di bilancio, in cui siconferma la presenza di un governo che spende e spande, prolifico nelle emissioni di delibere “voluttuarie”, ma che invece di darsi una regolata preferisce mettere le mani in tasca ai cittadini per portare a casa una cifra tra i 15 e i 17 milioni, ben lontana dalle previsioni della vigilia. Tra l’altro, si registra anche un calo della monofase, di cui si chiederà un approfondimento. Il dato inequivocabile è che c’è un governo completamente disconnesso dove ciascuno porta avanti la sua non visione di Paese, che si scontra con la non visione dei propri colleghi, tanto che anche durante i lavori sono volati gli stracci tra la maggioranza e i suoi rappresentanti di governo. “Non si può andare avanti così, con un governo che non sa dove andare, ma ci va di corsa”.
Fabio Righi è sulla stessa lunghezza d’onda del collega, fatta di preoccupazioni molto serie. “Pensiamo che tutta la cittadinanza si stia rendendo conto che non si possa andare avanti in queste condizioni. Abbiamo visto un anno e mezzo di situazioni imbarazzanti, che oggi riverberano danni enormi”. È vero che il Paese tiene, per fortuna, e l’assestamento registra un calo del deficit a 12 milioni, invece dei 30 previsti. Però se si vanno a spulciare i dati, si vede anche un aumento della spesa nella sanità, senza che ci sia stato alcun miglioramento dei servizi, altri 4 milioni di aumento per il personale pubblico, un aumento esponenziale delle spese per le Segreterie di Stato. “Spese pure, non investimenti”. Tra l’altro, anche il gettito derivante dalla riforma IGR non si sa dove andrà a finire e lo affiancano a nuovo debito. “Maggioranza e governo contraddicono costantemente loro stessi –precisa ulteriormente Righi – dimostrando di essere fortemente scollegati col Paese. Le autocelebrazioni che si sono susseguite per la riforma IGR dimostrano solo che è mancata totalmente la presa di coscienza su quello che è successo. Bisogna cominciare ad accettare il fatto che questa esperienza non potrà continuare”.
Matteo Zeppa comincia con diplomazia, spiegando che sono comprensibili le difficoltà che ci possono essere nella gestione pubblica, ma non usa mezzi termini per descrivere il risultato ottenuto dal Segretario alle Finanze: “Il re è nudo”. Cioè tanta fatica, tante spese per portare a casa quasi nulla. In sostanza, una critica tranchant per il capobastone che ha portato avanti la riforma con autorità, non con autorevolezza. “Ha voluto portarsi dietro la maggioranza, su una sua idea di riforma che era assolutamente discriminatoria, aleatoria, perchénon ha mai fornito i dati. Peggio ancora, con certi atteggiamenti che ricordano il Ventennio”. Ne danno dimostrazione i comunicati stampa a sostegno dell’IGR, che parlano di dialogo dimenticando di dire che è nato dopo due scioperi e 18 mila persone in piazza.
Le ultime battute sono per la vicenda Banca di San Marino, dove tutti dicono di non sapere nulla ma forse non è vero perché si sono succedute diverse riunioni straordinarie del Congresso di Stato e del CCR, dove qualche Segretario di Stato, si dice, fosse sbiancato in viso. E lì c’è stata la retromarcia di Gatti. “C’è anche il fatto che oggi qualcuno si sia stracciato le vesti sull’assestamento di bilancio – puntualizza Zeppa – ma si è avuta la percezione che sia stata quasi una recita. Nel 2021 siamo stati 36 ore chiusi al Begni per far togliere dal bilancio le spese superflue. Oggi si prende in giro la cittadinanza, non se lo possono permettere”.











