L’ASTROLABIO – “La Luna di Miele sembra finita” … di Augusto Casali

La luna di miele tra elettori e forze politiche che solitamente accompagna le maggioranze scaturite dalle elezioni politiche generali nel primo periodo di legislatura, sembra essere concluso. Molti sono i temi che hanno posto la maggioranza e il Governo da una parte, arroccati su posizioni muscolari, senza neppure l’ombra di un’autocritica, e il Paese reale dall’altra, in modo esplicito e manifesto.

L’ex Segretario di Stato Augusto Casali

In primo luogo l’Accordo di Associazione all’Unione Europea portato avanti dal Governo in modo riservato, senza informare adeguatamente i cittadini, al di là delle ottimistiche e generiche dichiarazioni di chi ha avuto ed ha le mani in pasta nella vicenda, mentre i cittadini, esponendosi in prima persona, hanno richiesto di potersi esprimere attraverso il Referendum, strumento di massima democrazia e partecipazione; strumento che il Governo ha dimostrato di temere, perché sa che tanti sammarinesi sono fortemente preoccupati dagli effetti negativi che ricadranno in vari settori della nostra Comunità : economici, finanziari, burocratici ed identitari.

Il Referendum non si deve fare secondo il Governo e buona parte dei sessanta Consiglieri, perché è ritenuta cosa loro, nella quale i sammarinesi non devono mettere becco: la smettano dunque di fare i cittadini e si comportino da bravi sudditi.

Infatti, il Collegio dei Garanti ha sentenziato che, per motivi più che futili, la richiesta di Referendum fosse irricevibile, ma in modo molto zelante, ha voluto fare sapere che, anche se fosse stata ricevibile, sarebbe stata dichiarata inammissibile, in quanto, i saggi, nel maturare il proprio insindacabile giudizio, hanno deciso di equiparare un accordo internazionale, già ratificato dall’organo legislativo, ad un negoziato che, senza ratifica, da parte, nel nostro caso, del Consiglio Grande e Generale, è e rimane, una semplice ipotesi e non può essere considerato un accordo internazionale esistente.

Ma se questo non bastasse, è stato anche deciso che il Referendum presentato avrebbe limitato i poteri di altri organi dello Stato, come ad esempio il C.G. e G., contrastando con la Carta dei Diritti. Ricordo male o la Carta dei Diritti, all’art. 2 afferma che la sovranità risiede nel popolo che la esercita nelle forme statutarie della democrazia rappresentativa e, attraverso la legge sul Referendum, della democrazia diretta? Come può l’attivazione della democrazia diretta ostacolare i poteri di altri organi se il popolo è sovrano? Per me, che sono abituato a ragionare con buon senso, è un mistero! Sta di fatto che il referendum presentato, ora lo hanno capito tutti, dava fastidio, molto fastidio al patrio Governo e quindi l’esito finale del suo percorso non sorprende più di tanto. Però divide i sammarinesi ai quali viene vietato di potersi esprimere e di adottare la soluzione che avesse ottenuto democraticamente la maggioranza; e non la maggioranza del Consiglio Grande e Generale (60 persone), sia chiaro, ma bensì la maggioranza reale del Paese.

Altro aspetto, che dimostra la fine della luna di miele tra elettori e maggioranza, è stata la vicenda della modifica all’IGR. Anche in questo caso muso duro del Governo nei confronti del Sindacato, solite argomentazioni melliflue, mobilitazione della piazza, primi cedimenti interni alla maggioranza, secondo sciopero generale molto partecipato e capitolazione del Governo. Insomma, una figuraccia!

D’altronde la gente si è mobilitata in modo davvero inusuale perché è preoccupata da una serie di cose e soprattutto per il fatto che la soluzione degli eventuali problemi finanziari di San Marino non possono essere sempre risolti chiedendo soldi e per di più alle categorie più deboli. Perché, al di là dell’ammontare dei prelievi, i cittadini vorrebbero vedere meno sprechi, meno giri intorno al mondo a vuoto, meno quattrini gettati dalla finestra per far giocare qualche segretario di stato,  il recupero serio dei crediti dei furbetti, meno consulenti inutili, più chiarezza nella gestione degli NPL, di cui ancora si sa poco rispetto a responsabilità ed eventuali connivenze.

Poi c’è la vicenda cittadinanza e naturalizzazione, che il Governo, e non solo quello attuale,  ha affrontato con superficialità, spingendosi a promettere cose che hanno suscitato reazioni,  tanto è vero che è nato un comitato di cittadini che invita a riflettere e a confrontarsi prima di decidere. Forse le forze di Governo hanno intravisto il modo di agganciare qualche voto in più alle prossime elezioni, ma, maldestramente, senza una visione politica, hanno gestito la cosa in modo tale che ora la questione diventa, ancora una volta, divisiva e quanto meno spacca la popolazione, perché tornano a galla, affrontati in questo modo, problemi di identità della nostra Repubblica, che per qualcuno evidentemente è poca cosa, mentre per altri è fondamentale. Ora, il Governo sembra essere un po’ più guardingo, ma ormai la spaccatura del Paese è avvenuta. Occorrerebbe riprendere il ragionamento confrontandosi tra le diverse posizioni, e cercare di trovare una posizione intermedia tra chi rivendica la possibilità di non rinunciare alla cittadinanza di origine e chi pone problemi di identità, individuando una posizione intermedia che possa fare un passo in avanti salvaguardando le due posizioni di partenza. Questa cosa si chiamerebbe politica, ma chi fa più politica in questo Paese?

Poi, sul piatto della bilancia c’è la questione tentata cessione della Banca di San Marino: un disastro! Tutto è stato in pratica segretato, tanto per cambiare: non si sa con esattezza perché due persone sono state incarcerate e poi mandate agli arresti domiciliari, mentre un’altra, da subito è stata posta agli arresti domiciliari. Tutto è rigorosamente coperto dal segreto istruttorio (che mi permetto di dire, alle volte è segreto e alle volte, gli interessati, lo leggono sui giornali). Siccome siamo reduci dalla vicenda Confuorti, in cui anche un giudice del Tribunale di San Marino è stato preso nella rete della così detta “cricca” e condannato, almeno in primo grado, c’è da chiedersi se questi arresti siano a tutela dell’interesse del sistema San Marino, oppure a tutela degli arrestati e del silenzio,  perché a me non è chiaro.

Ci sarebbero anche altri episodi, ma mi soffermo su quelli di maggiore attualità. Però devo dire che, direttamente o indirettamente, tutte queste vicende sono segnate da un comune denominatore: la sovranità e l’identità della Repubblica di San Marino.

Recentemente, la Commissione Speciale Riforme Istituzionali, anche in vista dell’avvicinarsi della conclusione dell’Accordo di Associazione all’Unione Europea, ha svolto un focus sulla giustizia con esperti in materia costituzionale. Ebbene gli intervenuti hanno affermato: “San Marino, deve tenere in considerazione la specificità del suo ordinamento che è il tratto più marcato della sua identità statuale. Se si omologa ai paesi di grandi dimensioni., trascurando quella che è la sua tradizione culturale perde la sua identità. Bisogna prendere atto che i microstati hanno delle loro tradizioni che non possono essere trascurate, perché altrimenti non hanno più ragione di esistere e si perde il senso della sovranità statuale…….Se c’è qualcosa che non dobbiamo più fare è imitare.” Altri invece hanno detto: San Marino “è un unicum di cui andare orgogliosi.” ……”Il grande sforzo che vi è richiesto in questa commissione, è saper declinare i principi in un contesto microdimensionale, evitando la tentazione di aderire in maniera asettica a modelli calibrati su grandi dimensioni.”

Eppure, il negoziato per l’Accordo di Associazione U.E., per quel che si conosce e per quel che si è sentito nel dibattito consiliare, deve adeguarsi a circa 7.000 normative e raccomandazioni dell’Unione Europea, tra le quali, anche quelle in materia di ordinamento giuridico. Quindi, mi viene da chiedere: ma i nostri negoziatori, cosa hanno negoziato fino ad oggi?  E qui cade davvero l’asino, perché non è dato di capire per quale motivo i padroni del vapore vogliano trascinare il nostro Paese a firmare un accordo penalizzante per la nostra micro realtà e,  per di più, negando agli elettori sammarinesi il diritto democratico di esprimere il proprio giudizio attraverso lo strumento del Referendum, di cui,  il Governo, ha dimostrato e dimostra di avere una enorme paura, così da certificare la debolezza e la fragilità delle ragioni, almeno quelle conosciute fino ad oggi, che stanno alla base della  scelta adottata a nome di un intero Paese a cui  però è stato vietato di esprimersi in merito.

Viva la democrazia!!!