Cucina italiana patrimonio Unesco, gli chef esultano per il primo sì

La cucina italiana patrimonio Unesco ottiene il primo parere favorevole e, in vista della decisione finale che sarà presa il 10 dicembre prossimo a Nuova Delhi, viene già incoronata dagli chef.

Farinetti: “Piace perché è delle nostre nonne”

“Siamo contenti di questo primo passo, speriamo in un lungo percorso, ce lo meritiamo. La cucina italiana in questo momento è la più gradita nel mondo perché è semplice ed è difficile essere semplici”, dice il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, commentando a LaPresse il primo sì. “La nostra cucina -aggiunge- nasce al mercato ed è stata inventata dalle nostre nonne e bisnonne. A differenza della cucina francese che è tecnica ed è stata inventata dai ristoratori. Quindi la nostra cucina piace ed è replicabile, questo è il vero grande patrimonio”.

La Mantia: “Pizza e pasta simboli Italia”

Filippo La Mantia si dice “orgoglioso soprattutto per un motivo, perché gli elementi che caratterizzano la nostra cucina sono la pasta e la pizza ed avere messo in risalto questi due progetti divini più di tutta la scienza che mettono in cucina gli altri ti fa capire quanto la tradizione e la famiglia siano fondamentali nella nostra cucina. Pizza e pasta, quindi impasto, mani e rito e un carboidrato che ci nutre a qualsiasi ora della giornata e della notte. Due elementi caratterizzanti delle nostre tradizioni”.

“Sono molto, molto felice -aggiunge lo chef-. Pizza e pasta sono due simboli anche all’estero. Noi cuochi quando viaggiamo, a proposito io partirò la prossima settimana per fare l’ambasciatore della cucina italiana nelle ambasciate di tutto il mondo, quello che chiedono gli stranieri è di fare mangiare le nostre tradizioni. La pasta è un’enorme tavolozza su cui puoi colorare qualsiasi cosa. Inutile andarsi a massacrare con strumentalismi vari sulle cucine”.

“Un messaggio ai giovani chef? Siccome faccio pure lezioni all’Italian Food Academy dico loro di non massacrarsi con le costruzioni, che vadano a portare quello che le proprie nonne e le proprie madri ci davano quando eravamo piccoli -suggerisce La Mantia-. Nella famiglia la nutrizione è fatta di un piatto di pasta, di una frittata, di un pane buttato che diventa mollica di un pane tostato o fritto con lo zucchero: è quella la nutrizione”.

Vissani: “Tante cavolate mettono a rischio il nostro patrimonio”

“La cucina italiana è un grande patrimonio non solo dell’Unesco, ma è un grande patrimonio che abbiamo e che stiamo distruggendo con tante cavolate, tipo le basse temperature, ultrasuoni, microonde che hanno tolto il sapore di una volta. E non li capiscono più i sapori. La griglia ad esempio mica si può fare per cento persone o più, va fatta per 10-20 massimo 30 persone. La griglia è una cosa faticosa. Mia madre faceva 2 quintali di pizza sotto la cenere, quindi bisognava aspettare ore e ore prima di procedere”, evidenzia Gianfraco Vissani. “La cucina francese ha grande tecnica ma i sapori rimarranno sempre quelli italiani, dal risotto alla milanese alla pasta alla Norma, fatte bene”, aggiunge Vissani. “Il riconoscimento dell’Unesco è una cosa importante. Anche una semplice caprese ci fa sognare. Non a caso gli americani, tanto per fare un esempio, ritengono importante la cucina italiana per il sapore vero delle nostre pietanze”.

Lollobrigida: “Primo passo importane, ne servono altri”

Soddisfazione anche nel mondo della politica, in prima linea per il riconoscimento: “È bellissimo vedere l’interesse con il quale viene seguito il percorso di riconoscimento della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco. Non c’è sito di informazione, giornale specializzato, televisione che non abbia scritto un articolo o previsto un servizio per la prima edizione utile dedicato a questo primo passo importante. Invito però tutti quanti alla calma e a conservare le energie perché dobbiamo compiere ancora qualche passo“, avverte il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“Il riconoscimento ufficiale -spiega ancora- si deciderà il prossimo 10 dicembre nella riunione del comitato che si terrà a Nuova Delhi, abbiamo candidato una grande tradizione, un elemento che ci contraddistingue, ma non abbiamo ancora tagliato questo grande e meritato traguardo. Grazie per sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco!”.

LaPresse