San Marino. “GINA” incarnare la sofferenza con la salvezza del profumo, di Filippo Sorcinelli. 15 – 28 novembre 2025, Palazzo Graziani – Città di San Marino

Dal 15 al 28 novembre 2025, in occasione del convegno “Il profumo dei ricordi” organizzato dall’Istituto per la Sicurezza Sociale in programma il 21 e 22 novembre 2025 presso il Teatro Titano della città di San Marino, Palazzo Graziani ospiterà l’esposizione “GINA incarnare la sofferenza con la salvezza del profumo”, una mostra dell’artista Filippo Sorcinelli dedicata al ricordo della madre Gina, reso presenza attraverso un percorso fatto di oggetti appartenuti alla sua quotidianità, una serie di fotografie in bianco e nero della donna e un apparato olfattivo profondamente evocativo.
L’artista Filippo Sorcinelli, in occasione del congresso “Il profumo dei ricordi” dedicato alle connessioni tra olfatto, memoria ed emozione, con particolare attenzione al ruolo dell’olfatto nella diagnosi precoce delle malattie neurodegenerative, presenta a Palazzo Graziani la mostra “GINA Incarnare la sofferenza con la salvezza del profumo”, un progetto che intreccia arte visiva, fotografia ed esperienza olfattiva in un intenso percorso di memoria e rinascita, patrocinato dalla Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura e dalla Segreteria di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale, nonché dalla SIN Società italiana di Neurologia.
Al centro dell’esposizione, la figura di Gina, madre dell’artista, diventa il punto di partenza di una riflessione profonda sulla perdita, la trasformazione e la persistenza dell’amore. Attraverso un linguaggio che unisce materia e spirito, Sorcinelli trasforma il dolore in forma, rendendo visibile e respirabile la fragilità umana.
Oggetti appartenuti alla madre sono stati immersi nell’argento, metallo della metamorfosi, per divenire presenze sospese tra luce e memoria. Ogni utensile, spogliato della funzione originaria, assume il valore di reliquia domestica, simbolo di continuità e resurrezione. Attraverso questo processo di trasfigurazione, l’intimità privata diventa patrimonio collettivo, e l’opera si apre come spazio condiviso di contemplazione e memoria. L’argento si fa specchio e diaframma: luogo d’incontro tra chi osserva e ciò che è osservato.
Accanto a queste opere materiche, una serie di fotografie in bianco e nero esplora la dignità e la dolcezza degli ultimi giorni di vita di Gina. Le immagini, lontane da ogni idealizzazione, restituiscono la realtà nella sua essenzialità, testimoniando la forza mite e la grazia che abitano la vulnerabilità.
Elemento fondamentale del percorso è l’apparato olfattivo, che completa e amplifica la percezione. Le fragranze, diffuse nello spazio, non illustrano ma evocano: conducono il visitatore attraverso un paesaggio emotivo in cui memoria personale e collettiva si fondono. Il profumo diventa qui principio di salvezza, eco persistente del vissuto, ponte sensoriale tra corpo e spirito.
Come in una liturgia laica, la mostra si sviluppa come un cammino di trasformazione: la sofferenza non è negata, ma accolta e trasfigurata in linguaggio artistico. In questo spazio, luce, materia, suono e odore diventano strumenti di rinascita.
“GINA incarnare la sofferenza con la salvezza del profumo” è un atto di gratitudine: la certezza che ogni madre continua a esistere nelle emanazioni del tempo, nella luce che resta, nella fragranza che attraversa l’aria e non svanisce.
Il risultato è un’esperienza sensoriale e spirituale che si offre allo spettatore come atto di condivisione: un invito a riconoscere nella memoria il luogo più alto della bellezza.

Ufficio Stampa ISS