San Marino, professionisti contro il Governo: “Basta pregiudizi, si tagli la spesa pubblica”

Sale la tensione tra il Governo e il mondo delle libere professioni sammarinesi. Con una nota ufficiale, la Commissione Nazionale delle Libere Professioni lancia un duro affondo contro l’esecutivo, lamentando la “mancata disponibilità a un confronto aperto, tecnico e costruttivo” sulle riforme e chiedendo un cambio di rotta nella gestione dei conti pubblici, puntando sull’efficienza della spesa invece che sull’aumento delle tasse.

In un comunicato diffuso oggi, la Commissione si schiera compattamente a fianco dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (ODCEC), condividendone le preoccupazioni espresse in una nota dello scorso 31 ottobre. I professionisti manifestano il proprio “rammarico per le scelte del Governo”, sottolineando la necessità di un dialogo istituzionale che avvenga “in un clima di reciproco rispetto e reale attenzione verso le peculiarità delle libere professioni”.

Il documento lascia trasparire un forte malcontento, evidenziando il timore che nei confronti di queste categorie emergano “ingiustificati pregiudizi”. Un atteggiamento che, secondo la Commissione, non valorizza un “patrimonio di competenze ed esperienze che, se adeguatamente valorizzato, può contribuire in modo determinante alla crescita economica del paese”.

Il nodo centrale della critica riguarda la strategia per il risanamento dei conti pubblici. Per i professionisti, l’equilibrio di bilancio non può basarsi “esclusivamente sull’aumento della pressione fiscale”. La via alternativa indicata è quella di una “gestione più efficiente della spesa pubblica”. Ciò significa, si legge nella nota, “agire in modo concreto sul fronte dei costi, non semplicemente ‘tagliando’, ma ottimizzando le risorse, riducendo gli sprechi, migliorando la produttività e promuovendo l’uso intelligente delle tecnologie”.

La Commissione lancia una stoccata diretta, affermando che in bilanci di dimensioni significative come quelli dello Stato, è “statisticamente probabile individuare margini di razionalizzazione e di miglioramento qualitativo della spesa”. Un approccio in questa direzione rappresenterebbe un segnale di responsabilità. L’appello finale è dunque quello di “ristabilire quanto prima” il dialogo tra istituzioni e professioni su basi di reciproco ascolto e collaborazione, una necessità presentata non come una richiesta di parte, ma come un passo fondamentale “nell’interesse collettivo”.

Leggi il comunicato stampa integrale: COMUNICATO 3-11-2025 – Rev 1