San Marino. Storia di uno stato neutrale in guerra, con i filmati inediti dell’associazione Senio River e l’organizzazione del Consolato polacco

Immagini in bianco e nero sui volti di gente comune: i sorrisi timidi delle ragazze, l’aria scanzonata degli studenti che escono da scuola, la fatica di uomini che guidano il carro coi buoi, la vivacità dei bambini che corrono per le strade quasi vuote di città, donne molto serie vestite di nero che impastano il pranzo quotidiano, scalpellini coperti di polvere che martellano la roccia del monte. Siamo verso la fine di marzo del 1945, San Marino è libero, anche gli Alleati se ne sono andati dopo aver cacciato i nazisti, ma le tracce della guerra si vedono un po’ ovunque. Un gruppo di cameramen inglesi e americani era stato incaricato proprio di questo: filmare la guerra, ma soprattutto le sue conseguenze, per farne quei famosi cinegiornali che venivano proiettati un po’ ovunque. Soldati giovanissimi spediti al fronte e in tutte le zone di guerra, spesso a rischio della loro stessa vita, che hanno lasciato testimonianze divenute famose, o rimaste inedite, come quella proiettata a Domagnano, nella sera dell’11 novembre, ad opera dell’associazione Senio River che cura la rassegna Italian Victory 1944/45 ormai al suo quarto anno di vita. Una rassegna di appuntamenti che includono la proiezione di filmati originali, per lo più inediti, sul passaggio della Seconda Guerra mondiale in questa parte d’Italia. In particolare: tutta la Romagna, qualcosa dell’Emilia e della Toscana, per la prima volta la Repubblica di San Marino. Un evento realizzato con il supporto e l’organizzazione del Consolato della Polonia a San Marino.

Le ragioni per cui siamo qui – spiega Marco Dalmonte, presidente dell’associazione Senio Riversono che abbiamo materiale molto interessante e volevamo restituire qualcosa a questa terra che ha dato tantissimo a oltre centomila italiani, 81 anni fa. Questa serata è stata un modo per condividere con voi i filmati di quei giorni terribili, alcuni dei quali sono inediti: un regalo che vogliamo fare a voi”.

La data non è stata scelta a caso. Dice ancora Dalmonte: “Nella data in cui la Polonia commemora la sua ritrovata libertà, noi vogliamo ricordare la ritrovata libertà di San Marino al termine della guerra. Due nazioni che non meritavano di essere coinvolte nel conflitto mondiale. San Marino ha fatto tutto quello che poteva per starne fuori e anche nei peggiori momenti è riuscita a fare qualcosa di veramente encomiabile. Nessun altro Stato può vantarsi di avere offerto rifugio ad una popolazione otto volte superiore a quella residente”

L’associazione Senio River fa varie decine di eventi all’anno e incontra migliaia di studenti. Quest’anno sono 2600 già prenotati. Per fare tutto questo, c’è un immenso lavoro al di fuori della sfera pubblica, fatto di ricerca e di contatti con enti di qualunque tipo, in qualunque parte del mondo, anche militari. “L’obiettivo, però, è sempre quello di trasformare il ricordo della Seconda Guerra mondiale in qualcosa che funzioni come un vaccino contro qualsiasi conflitto presente o futuro. I nostri tre pilastri fondamentali sono: il rispetto per tutti in maniera apolitica e storicamente approvata”.

Il fil rouge che lega il Titano alla Polonia viene raccontato da Chiara Maria Consorti, Console onorario della Repubblica di Polonia in San Marino: “Negli anni di Solidarnosc, mio padre e mio fratello erano molto attivi nel portare aiuti, insieme al nostro parroco, originario della Polonia, quando la Polonia non era quella di adesso. Poi le cose sono evolute, è arrivato Papa Giovanni Paolo II e le relazioni con l’Italia si sono ulteriormente intensificate. Questo incarico è una sorta di riconoscimento di merito che la Polonia ha voluto dare alla mia famiglia. Non è un caso che nel mio staff in consolato, ci sia personale con origini polacche e legami familiari molto stretti. Il nonno faceva parte del II Corpo d’armata polacca al comando del generale Wladyslaw Albert Anders”.

Continua: “La serata nasce in occasione dell’11 novembre, giorno della dichiarazione di indipendenza polacca, avvenuta nel 1918, dopo 130 anni di spartizioni e di occupazioni straniere. Questo, dunque, era il giorno giusto per raccontare la storia di questo Paese, incredibilmente resiliente e fiero, rinato dopo essere stato cancellato dalle mappe, con una sua identità sempre più forte in termini di valori e di cultura. La connessione con San Marino e i territori limitrofi è dovuta proprio al generale Anders, che ha contribuito in maniera fondamentale alla liberazione dall’occupazione dei tedeschi”.

In fondo alla sala, un’esposizione di oggetti storici appartenenti al 2° Corpo Polacco, accanto al volume “Da Varsavia a Bologna” di Enzo Casadio, unico testo in lingua italiana dedicato all’avanzata e alla permanenza post bellica delle forze polacche nella penisola.


Nel silenzio commosso della platea e sotto la guida della voce narrante di Dalmonte, scorre un percorso visivo attraverso il 1944 e i primi mesi del ‘45: dal bombardamento del 26 giugno al progressivo avvicinarsi del fronte, fino all’arrivo delle truppe britanniche, indiane, gurkha, tedesche e dei comandanti alleati e polacchi. Le tante croci bianche sui tetti per mandare un messaggio di neutralità, così platealmente trasgredito da entrambe le parti dei guerreggianti. Fino alle immagini della pace ritrovata, dei primi due Reggenti di quel momento, di quella quotidianità che non fa notizia, ma che tocca i cuori. Talmente significative che alcuni fotogrammi furono ripresi dal film “Lo sconosciuto di San Marino”, la prima pellicola girata in Città.

Il pubblico, fortemente emozionato e profondamente toccato, ringrazia con una vera e propria ovazione, conscio che in qualsiasi guerra non c’è mai un vincitore, ma sono tutti sconfitti perché anche una sola perdita di vita umana, è una perdita per l’umanità.

Angela Venturini