Da questa mattina alla Casa del Jazz a Roma gli inquirenti sono dediti a ricerche nell’ambito delle indagini sulla scomparsa del giudice Paolo Adinolfi, avvenuta misteriosamente 31 anni fa. Gli investigatori mirano a ispezionare gallerie sotterranee mai esplorate prima. Proprio in quei tunnel potrebbe esserci il corpo del giudice. O potrebbero anche esserci più corpi. “Tempo fa parlai con un ex magistrato che stava facendo delle ricerche e che mi disse che proprio lì poteva nascondersi il corpo di mia sorella. Lui ne era abbastanza convinto”. A dirlo a LaPresse è Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983. “Stamattina appena ho letto la notizia degli scavi ho ripensato subito a quanto mi è stato detto”.
Muntoni: “Corpo Orlandi sotto Casa del Jazz? Tutto può essere”
“Tutto può essere”. Il boss della banda della Magliana, Enrico Nicoletti “voleva fare una cantina di vini, ma in realtà, secondo noi, quelle gallerie sotterranee servivano per nascondere armi, denaro e corpi. Quindi potrebbe esserci anche quello di Emanuela Orlandi”, la cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983. “Se trovassimo denaro oggi non varrebbe più niente”. Lo dice a LaPresse, ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma, ora in pensione con un incarico da presidente dell’Osservatorio per le politiche per il contrasto alla criminalità economica della Camera di Commercio di Roma, da cui è partita la richiesta in Prefettura di ricerca sotto la Casa del Jazz a Roma. Nicoletti era considerato uno dei principali cassieri della Banda della Magliana, con legami anche con ambienti della finanza e del Vaticano.
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