La seduta si apre con il comma “comunicazioni” Nel dibattito, il Segretario di Stato Luca Beccari aggiorna la Commissione sulle attività internazionali: ricorda gli accordi firmati con Italia, Cuba e Slovacchia, gli incontri all’ONU culminati con il riconoscimento sammarinese della Palestina, la visita di una delegazione del Parlamento britannico e la presentazione di nuovi ambasciatori. Informa inoltre che l’Ambasciata israeliana attribuisce a un errore tecnico l’inclusione di San Marino in un report su manifestazioni italiane. Annuncia poi impegni imminenti a Bruxelles per l’Accordo di associazione con l’UE e a Roma per il vertice sull’italofonia. Nicola Renzi (RF) definisce il riconoscimento palestinese un passaggio storico e chiede attenzione verso i cittadini citati dal Collettivo per la Palestina. Critica invece duramente l’opacità sugli investimenti, citando vari precedenti e denunciando la totale mancanza di informazioni sul bando per Torraccia: tema rispetto al quale viene annunciato il deposito di un Ordine del giorno. Matteo Zeppa (Rete) insiste sulla trasparenza istituzionale e accusa alcuni Segretari di Stato di non rispondere alle interpellanze. Saluta con favore il riconoscimento della Palestina, ma – riallacciandosi ad un recente comunicato del PSD – descrive una maggioranza in difficoltà politica, criticando la riforma IGR, la gestione delle finanze e la comunicazione di Banca Centrale sul caso BSM. Fabio Righi (D-ML) richiama la necessità di una vera pianificazione strategica. Ritiene che il problema su Torraccia non sia il singolo Segretario, ma la mancanza di una visione coerente. Propone di orientare l’aviosuperficie verso un “vertiporto” e invita a riprendere il progetto “San Marino 2030”. Manuel Ciavatta (PDCS) osserva che si sta discutendo di investimenti in una sede non deputata, ma conferma che la maggioranza è unita sul percorso europeo, come dimostra il comunicato congiunto. Antonella Mularoni (RF) ribadisce l’importanza del sostegno sanmarinese alla soluzione “due Stati”, ricorda altre crisi internazionali e critica la confusione del governo sugli investimenti, con scarsa coordinazione e iter troppo lunghi che scoraggiano gli investitori. Gerardo Giovagnoli (PSD) chiarisce che il comunicato del PSD è uno stimolo costruttivo alla maggioranza per concentrare energie sull’Accordo di associazione, riprendere i percorsi condivisi con parti sociali e offrire al Paese una prospettiva chiara, fondamentale anche per attrarre investimenti credibili. Giovanni Francesco Ugolini (PDCS) presenta un ordine del giorno sulla crisi in Sudan, che impegna il governo a sostenere l’appello dell’ONU per il cessate il fuoco e a rafforzare il ruolo di San Marino nei contesti multilaterali. Dalibor Riccardi (Libera) richiama l’attenzione sulle altre crisi globali (Gaza, Venezuela, Ucraina, riarmo europeo) e invita la Commissione a concentrarsi sulla politica estera e sul percorso europeo, rafforzando anche il coinvolgimento della cittadinanza.
Nel suo riferimento sull’accordo di associazione con l’Ue, il Segretario di Stato Luca Beccari ricostruisce la situazione a partire dall’incontro del 1º ottobre con il commissario Sef?ovi?: spiega che tutti i punti tecnici dell’Accordo di associazione sono chiusi, e che l’unico nodo ancora aperto riguarda la “natura” dell’accordo (esclusiva o mista). Paragona la natura a un “vestito”: se è esclusiva, la ratifica avviene solo a livello UE (Parlamento e Consiglio); se è mista, devono intervenire anche i Parlamenti nazionali. Beccari riferisce che la Commissione Europea punta comunque a firmare l’accordo entro l’anno e ad avviarne gli effetti dalla primavera, anche ricorrendo all’applicazione provvisoria in caso di natura mista. Riferisce quindi in merito alla lettera del Presidente Macron, spiegando che è una risposta a una sollecitazione di San Marino e Andorra. La Francia ribadisce il proprio sostegno politico all’accordo, ma difende una posizione di principio sulla natura mista, legata alle competenze degli Stati membri. Nello stesso tempo, apre uno scenario “ibrido”: riconosce che solo una piccola parte dell’accordo avrebbe natura mista, mentre il resto resterebbe esclusivo e potrebbe andare avanti con applicazione provvisoria. Beccari sottolinea che per Andorra l’applicazione provvisoria è molto più problematica, mentre San Marino potrebbe beneficiarne in tempi relativamente brevi. Chiede di spostare il focus politico interno: non solo “quando si firma”, ma come si implementa l’accordo, come il Consiglio vorrà organizzare il recepimento dell’acquis e in che ordine affrontare le riforme collegate.
Nel seguito del dibattito, Maria Luisa Berti (AR) chiede chiarimenti puntuali sulla durata e i limiti dell’applicazione provvisoria, sulla possibilità di sganciarsi da Andorra nel percorso e sull’eventuale ruolo di un organo europeo che dirima il contrasto sulla natura dell’accordo. Nicola Renzi (RF) sottolinea che le aspettative politiche sulla firma non sono state rispettate, ribadisce il valore dell’addendum come opportunità ma denuncia la mancanza di un vero confronto su vigilanza bancaria, ruolo dell’Italia, funzionamento della PA e modalità di recepimento. Fabio Righi (D-ML) conferma il sostegno all’integrazione europea, ma critica la scarsa pianificazione: rileva che l’accordo comporterà uno stravolgimento dell’ordinamento e della Pubblica Amministrazione, con un forte fabbisogno di personale e competenze e vede il rischio di entrare nel mercato unico senza una strategia chiara su banche, imprese, settori competitivi e gestione dei referendum. Dalibor Riccardi (Libera) invita a evitare la disinformazione e chiede che dalla politica parta un messaggio chiaro e corretto al Paese sul perimetro dell’accordo e sul recepimento selettivo dell’acquis. Matteo Zeppa (Rete) considera l’accordo un possibile argine al “banditismo” che secondo lui ha segnato il passato sammarinese. Critica l’uso mediatico del tema e chiede chiarimenti su quali parti dell’accordo sarebbero applicate in via provvisoria. Antonella Mularoni (RF) esprime preoccupazione per il silenzio sui rapporti con l’Italia in materia bancaria e sull’attuazione dell’addendum, considerati cruciali per la credibilità del sistema finanziario e per l’attrazione di investimenti. Dal fronte della maggioranza, Alessandro Scarano e Manuel Ciavatta (PDCS) ringraziano Beccari, difendono la trasparenza del percorso e ribadiscono la centralità strategica dell’accordo per un Paese che è fisicamente dentro l’UE. Sostengono che la vera sfida sarà il “dopo firma” e che serve responsabilità politica per non alimentare allarmismi. Gerardo Giovagnoli (PSD) ricorda che la possibilità di una natura mista è nota da anni, invita a non farsi condizionare dalla polemica mediatica e difende la relazione come base di lavoro aperta, non come decisione già presa. Per lui è ora di “ingranare una marcia in più” su recepimento, coinvolgimento delle parti sociali e definizione dell’assetto istituzionale più adatto a gestire l’accordo.
Concluso il dibattito sull’accordo di associazione, il Segretario di Stato Luca Beccari svolge dei brevi riferimenti sulla nomina di Capi di Missione Diplomatica “non residenti” presso Stati o Organizzazioni Internazionali; sulla nomina di agenti diplomatici e consolari; sulla nomina di inviati straordinari.
Segue il riferimento sulla possibile evoluzione del permesso di soggiorno provvisorio dedicato ai cittadini ucraini e all’accoglienza dei profughi palestinesi: il Segretario di Stato Luca Beccari ricorda che San Marino, da marzo 2022, accoglie i cittadini ucraini con un permesso di soggiorno provvisorio che garantisce accesso al lavoro in ogni settore, assistenza sanitaria e sociosanitaria gratuita, diritto allo studio e assegni familiari. Spiega che complessivamente sono stati accolti 450 ucraini, con un picco di circa 350 presenze contemporanee; oggi restano 86 titolari di permesso (55 adulti e 31 minori in 45 nuclei familiari). Sottolinea che la normativa attuale va aggiornata entro il 31 dicembre 2025 e che il vero limite non è tanto nei servizi, quanto nella mancanza di strutture adeguate di accoglienza: finora si è fatto affidamento su famiglie, Caritas, associazioni e su immobili statali usati in emergenza, oggi non più disponibili. Beccari propone quindi di rinnovare il permesso provvisorio per tutto il 2026 mantenendo le stesse tutele, ma eliminando il contributo mensile erogato tramite SMAC, con l’idea di favorire l’autosufficienza di chi può lavorare.
Passando alla questione palestinese, il Segretario ricorda gli ordini del giorno che impegnano il governo ad attivare corridoi umanitari e a dare assistenza ai profughi. Spiega di voler seguire lo stesso metodo usato per gli ucraini: prima un indirizzo chiaro del Consiglio, poi un decreto, basandosi sull’esperienza maturata. Propone di decidere se e come attivare percorsi di accoglienza per famiglie o individui palestinesi, indipendentemente dal tema tecnico dei corridoi umanitari, definendo numero di persone ospitabili e criteri di selezione, senza legarsi a una sola progettualità. Nel finale, Beccari chiarisce che lo stabilimento delle relazioni diplomatiche con lo Stato di Palestina è il naturale seguito del riconoscimento formale deciso con delibera governativa del 23 settembre 2025 e dello scambio di note del 6 e 20 ottobre 2025 tra San Marino e l’Autorità palestinese. Precisa che ora si tratta di completare l’iter: la Commissione prende atto, il Consiglio Grande e Generale ratifica, e se la Commissione conclude il passaggio in questa seduta, la ratifica può essere già iscritta al prossimo Consiglio.
20251114 – Commissione Consiliare II – Report venerdi 14 novembre 2025 (1)











