Negli ultimi dieci anni il tasso di natalità si è quasi dimezzato e non è un dato che possiamo affrontare con appelli generici o con la retorica dei valori. La domanda da porci è: perché oggi si fanno meno figli?
I grandi cambiamenti economici e sociali degli ultimi decenni hanno accentuato le disuguaglianze tra generazioni e tra generi, e sono proprio queste nuove fratture il terreno su cui dobbiamo intervenire.
Da un lato ci sono le condizioni economiche, molto diverse da quelle di un tempo. Il pensiero va subito al caro affitti che oggi rende difficile, se non impossibile, immaginare un futuro stabile quando già si fatica a sostenere un canone. Stesso discorso per il caro vita che, con l’inflazione crescente, svuota il potere d’acquisto e rende spesso insufficienti gli attuali sostegni alle famiglie.
Dall’altro lato ci sono le condizioni demografiche e sociali.
Abbiamo bisogno di ripensare in modo ragionevole i flussi migratori, per portare nel Paese giovani – anche dall’Italia – disposti a costruire qui il loro futuro.
Dobbiamo inoltre porre le condizioni perché ci sia una vera parità nella genitorialità. Pensiamo, ad esempio, all’allungamento del congedo di paternità: quando uomini e donne possono condividere il lavoro di cura verso i figli, cresce l’occupazione femminile, diminuiscono le disuguaglianze e aumenta la libertà di scelta sull’averne.
La denatalità non si vince a colpi di slogan, ma con politiche che rendano possibile la vita che le persone desiderano.
I grandi cambiamenti economici e sociali degli ultimi decenni hanno accentuato le disuguaglianze tra generazioni e tra generi, e sono proprio queste nuove fratture il terreno su cui dobbiamo intervenire.
Da un lato ci sono le condizioni economiche, molto diverse da quelle di un tempo. Il pensiero va subito al caro affitti che oggi rende difficile, se non impossibile, immaginare un futuro stabile quando già si fatica a sostenere un canone. Stesso discorso per il caro vita che, con l’inflazione crescente, svuota il potere d’acquisto e rende spesso insufficienti gli attuali sostegni alle famiglie.
Dall’altro lato ci sono le condizioni demografiche e sociali.
Abbiamo bisogno di ripensare in modo ragionevole i flussi migratori, per portare nel Paese giovani – anche dall’Italia – disposti a costruire qui il loro futuro.
Dobbiamo inoltre porre le condizioni perché ci sia una vera parità nella genitorialità. Pensiamo, ad esempio, all’allungamento del congedo di paternità: quando uomini e donne possono condividere il lavoro di cura verso i figli, cresce l’occupazione femminile, diminuiscono le disuguaglianze e aumenta la libertà di scelta sull’averne.
La denatalità non si vince a colpi di slogan, ma con politiche che rendano possibile la vita che le persone desiderano.
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