La vita della persona è in continua modificazione, sia per le conseguenze di una biologia che cambia, sia per l’esposizione a condizioni esterne che sono sempre diverse. Anche eventi come la solitudine devono essere analizzati e considerati con attenzione perché fanno parte dei cambiamenti socio sanitari in cui va incontro la transizione demografica del nostro secolo, ovvero l’invecchiamento della popolazione.
La solitudine in realtà è un fenomeno trasversale che interessa tutte le fasce di età, ma soprattutto colpisce i più fragili e in particolare la persona anziana. Il problema principale della persona anziana è la perdita di senso nella propria vita e quindi di speranza rispetto al raggiungimento di piccoli o grandi obbiettivi. A questa condizione esistenziale hanno contribuito diversi fattori come la frammentazione della famiglia, la ridotta capacita di costruire insieme nella comunità e la perdita dell’idea religiosa.
Proprio per questi motivi è nata la giornata nazionale contro la solitudine dell’anziano, che si svolge tutti gli anni il giorno 15 novembre e quest’anno è giunta alla sua VIII edizione, organizzata dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP) con il suo Presidente Prof. Diego De Leo. L’incontro si è svolto a Padova è ha visto la partecipazione di numerosi esperti nel campo scientifico (Psichiatri, Geriatri, Psicologi, Operatori assistenziali e volontariato). Il Dott. Carlo Renzini Presidente dell’ASGG e membro del Consiglio Direttivo dell’AIP, ha partecipato all’evento nel quale è emerso che la solitudine è sempre più grave è può essere considerata come un problema di salute pubblica, una vera e propria epidemia che causa difficoltà sia sul campo sanitario e sociale.
Un terzo della popolazione con età superiore a 65 anni sostiene che la sensazione di solitudine è insopportabile e tale da peggiorare i loro ultimi anni di vita. Esiste anche una solitudine ricercata (beato solitudo) che interessa certe categorie religiose, letterati, filosofi e artisti che ne trovano un significato per la loro esistenza. Purtroppo esiste nella maggioranza dei casi una solitudine che fa soffrire e che predispone a malattie, all’abbandono, alla fragilità, alla disabilita e alla perdita di relazione sociali (isolamento).
Il benessere dell’anziano è multidimensionale: fisico, psicologico sociale e relazionale. L’efficacia degli interventi dipende dalla personalizzazione, dal lavoro in rete ed è fondamentale che i governi continuino a migliorare i programmi pensionistici e l’accesso all’assistenza sanitaria, e si creano dei sistemi sociali di supporto come circoli ricreativi e coabitazioni in comune, preservando la privacy (Co Housing).
Alcuni paesi come il Regno Unito e Giappone hanno istituito da tempo un Ministero della solitudine e cosi altri paesi stanno percorrendo questa strada anche a livello comunale con un assessorato specifico, perché il problema della solitudine con le sue molteplici sfaccettature va affrontato con maggiore determinazione e far sì che la stessa solitudine non diventi un’epidemia.
Comunicato stampa – ASGG












