San Marino. Consiglio Grande e Generale. Lunedì 17 novembre 2025, pomeriggio

Lunedì 17 novembre 2025, pomeriggio

Molte le questioni affrontate dall’Aula durante il comma “comunicazioni”.

Matteo Casali (RF) parte dal tema del fotovoltaico bresciano per contestare metodo e visione della strategia energetica. Sostiene che il governo si nasconde dietro al PEN, ma che il PEN non è di per sé una strategia, bensì solo una “tavolozza di possibilità”. Critica anche le modalità con cui si arriva all’investimento estero e ironizza sul rapporto fra politica ed enti pubblici: “Le aziende autonome sono autonome quando fa comodo. L’autonomia delle aziende a corrente alternata.”

Nicola Renzi (RF) denuncia il paradosso “di una maggioranza che, al netto delle spese pazze, è quasi in ordinaria amministrazione”. Ricorda i tanti progetti annunciati – dal DES al Symbol – come iniziative scollegate, senza un progetto Paese.

Giovanni Zonzini (Rete) si concentra sul progetto di prolungamento della ferrovia al piazzale della stazione, chiedendo se esista un vero piano industriale. Sostiene che investire pesantemente nel turismo, in un Paese indebitato e con un bilancio in perdita, sia sbagliato: propone di puntare su ricerca, innovazione, transizione tecnologica delle imprese e posti di lavoro ad alto valore aggiunto.

Dal versante della maggioranza, Dalibor Riccardi (Libera) difende invece il bilancio politico di questi due anni. Rivendica la legge sulla casa e, soprattutto, la riforma IGR, sottolineando che si tratta di obiettivi scritti nel programma di governo. Fa notare che è forse la prima riforma fiscale approvata senza scioperi durante la seconda lettura e ricorda che si sta arrivando finalmente all’approvazione dell’ICEE.

Gaetano Troina (D-ML) sostiene che la legge casa, oltre a creare problemi nei rapporti con le banche, non produca ancora risultati concreti e contesta che la riforma IGR sia un successo, ricordando che la seconda lettura arriva dopo un “dietrofront” su punti fondamentali.

Il punto di svolta del dibattito è però l’intervento di Luca Lazzari (PSD), che rimette al centro la “questione morale”. Indica come campanello d’allarme la vicenda della cessione di Banca di San Marino, con arresti che dimostrerebbero che “la politica ha dormito”. Esprime timori anche per il progetto legato all’ex Symbol e, più in generale, denuncia un “sottobosco” di operatori che vivono di espedienti, traffici fiscali e operazioni “apri e chiudi”. Contesta il “provincialismo economico” e chiede un modello di sviluppo basato su capitalismo regolato e operazioni riconosciute a livello internazionale.

Enrico Carattoni (RF) vede nella nota del PSD una vera e propria richiesta di verifica di governo. Ricorda il giudizio durissimo di Berti sui due Segretari del PSD e sottolinea lo scarto fra la violenza verbale nei comunicati e il “silenzio” in Aula. Si chiede “se dopo un anno e mezzo neanche dall’insediamento di questa maggioranza siamo già in un clima da fine legislatura”.

La replica della maggioranza arriva soprattutto dal Segretario di Stato Matteo Ciacci e dal consigliere del PDCS Massimo Andrea Ugolini.

Ciacci rivendica scelte che vanno dalle grandi riqualificazioni alle “piccole-grandi” opere sul territorio, come la bonifica del distributore fermo da dieci anni e gli interventi a Strada Caiese. Sottolinea l’aumento consistente delle risorse per gli asfalti e l’idea di non buttare i progetti ereditati, ma portarli a compimento con nuovi indirizzi politici. Difende anche il progetto del trenino come infrastruttura turistica, contrapposto – nelle sue parole – ai soldi “buttati a ufo” in consulenze del passato.

Rispetto alla “questione morale”, Ugolini risponde direttamente a Lazzari chiedendogli di dire “pubblicamente quali sono gli elementi di una questione morale che ha investito oggi la politica. Se ha degli elementi oggettivi lo dica apertamente, pubblicamente. A questo punto comincio a chiedere anche a che punto sono tutti i fascicoli di causa civile riguardanti il Conto Mazzini”. Sposta poi l’attenzione su due impegni già presi: un’agenda per la crescita e una vera spending review, ancora da concretizzare. Indica come priorità ridurre la spesa improduttiva, individuare le infrastrutture davvero strategiche e costruire avanzi di bilancio per abbattere il debito, ricordando che il costo del rollover del bond dipende anche dal rating del Paese e dall’andamento dei tassi sui mercati.

Emanuele Santi (Rete) sottolinea che l’ultimo mese lascia “strascichi molto pesanti” e ringrazia il PSD per avere detto a voce alta ciò che “pensano i sammarinesi”. Insiste sulla “questione morale”, ricordando che gli arresti sulla cessione di Banca di San Marino non sono un affare privato ma il frutto di scelte politiche, e parla di una vera “parentopoli” nell’Ente Cassa.

Gerardo Giovagnoli (PSD) inquadra il dibattito in una prospettiva storica, partendo dal 17 novembre 2005, quando il rigetto dell’accordo con l’Italia apre “un decennio di disastri”. Ricorda che la politica, dal 2009 in avanti, cambia rotta, sceglie trasparenza e avvia il percorso verso l’Unione Europea, ma sottolinea che il sistema bancario “si è ammalato e non si è più ripreso”. Osserva che nel 2025 una vendita bancaria “inciampa” di nuovo in un’inchiesta giudiziaria, segno che “quando il Paese si trova a compiere certe scelte, in questo settore continua a inciampare”.

Matteo Zeppa (Rete) descrive la cultura politica sammarinese come un “banditismo legalizzato” che si alimenta nelle fasi di crisi, quando “chi ha il portafoglio pieno viene qui e fa quello che vuole”. Interpreta il comunicato di maggioranza a difesa del percorso europeo come un “segnale di estrema debolezza”. Allarga infine il discorso alla giustizia, ricordando il caso del pedofilo e il fatto che “almeno quattro persone a San Marino erano pienamente a conoscenza di ciò che era accaduto”.

Il Segretario di Stato Federico Pedini Amati difende il lavoro fatto sui rapporti con l’Arabia Saudita. Ricostruisce passo passo il percorso avviato dal 2021, dalle prime interlocuzioni all’UN Tourism fino alla lettera d’intenti e alle offerte di finanziamento. Collega questa opportunità alla situazione del bilancio e al peso delle crisi bancarie e del Covid, spiegando che il Paese non ha risorse proprie per grandi investimenti infrastrutturali e che quei fondi servirebbero per ospedale, polo museale e altre opere.

Fabio Righi (D-ML) legge il dibattito come il segno che “si sta coltivando un’idea sbagliata di politica”. Ricorda che il dossier sul finanziamento saudita è aperto dal 2021 e suggerisce che “qualcuno non vuole che vada avanti”, con lo stesso schema visto per una lunga serie di investitori respinti, da Alpitour a Enel fino ad Amazon. Accusa una parte della politica di avere come unico obiettivo tenere i conti in ordine, ma al prezzo di cacciare opportunità e poi compensare con IGR e nuovo debito. Rivendica invece come patrimonio della precedente legislatura le norme innovative su sandbox, asset virtuali, digitalizzazione, “made in San Marino”.

Luca Boschi (Libera) ritiene inevitabile un confronto interno alla maggioranza in tempi brevi. Rivendica come prioritaria per Libera la questione morale (“è nel primo paragrafo del nostro statuto”). Per Boschi il memorandum con Banca d’Italia è ormai “necessario e non più rimandabile” per valutare in modo credibile gli investimenti.

Il Segretario di Stato Marco Gatti parte dalla riforma IGR per ricordare che la chiusura del testo in Commissione Finanze ha permesso un vero confronto con sindacati e imprese. Di fronte alla “questione morale” sollevata dal PSD chiede trasparenza interna: “vorrei sapere cosa voi sapete che io non so. Questa volta mi sembra che c’è un gran parlottare sotto traccia, ma nessuno dice che problema c’è. Anche quella della politica che mette in giro fandonie e parla di tutto e di tutti senza elementi concreti è una questione morale”, aggiunge.

Sulla spending review rifiuta l’idea dei tagli lineari e spiega che va fatta scegliendo quali progetti realizzare e quali no, altrimenti si uccidono le politiche pubbliche.

“Negli ultimi 10/15 anni – sottolinea Gian Carlo Venturini (PDCS) – il mio partito ha sempre vigilato su questo discorso della questione morale e ha fatto interventi di chiarezza e trasparenza all’interno, che altri forse non hanno attuato. E allora, quando parliamo di questione morale, sicuramente mi trova pienamente concorde sul fatto che non deve essere abbassata la guardia.”

Chiuso il comma “comunicazioni”, i lavori proseguono con i commi dal 2 al 9, riguardanti nomine e sostituzioni. Alle 19.30 i lavori vengono sospesi per mancanza del numero legale, a seguito dell’accertamento richiesto da Rete. Riprenderanno alle 21.00.

Di seguito una sintesi degli interventi.

20251117 – Consiglio Grande e Generale – Re port lunedì 17 novembre 2025 pomeriggio

Alcuni audio li trovate nella nostra pagina Fb – GIORNALESM