San Marino e l’ISS dell’ex Dg Bevere: il Dottor Camilleri, Mister Ranieri e l’autogol sfiorato … di Enrico Lazzari

A volte, una semplice foto su Facebook può fare più di un editoriale… Può raccontare una parabola moderna, una di quelle storie che ti riconciliano con il mondo e, al tempo stesso, ti fanno venire un brivido freddo lungo la schiena. La foto in questione è un quadretto perfetto: da un lato Mister Claudio Ranieri, l’uomo che ha trasformato “l’acqua” in Premier League con il suo Leicester, un monumento vivente al pragmatismo e alla competenza.

Dall’altro, il Prof. Gianluca Camilleri, chirurgo ortopedico di fama e una delle colonne su cui si regge la consulenza specialistica del nostro Ospedale, quello di San Marino.

“Onorato – scrive l’autorevole Prof. Camilleri su Facebook – di essere il chirurgo ortopedico di fiducia di una grande persona e grande allenatore!”, a fare a da introduzione alla foto dello stesso medico chirurgo abbracciato con l’eroe del Leicester… Più di una semplice foto, perchè quell’immagine, come una madeleine di Proust, mi fa riaffiorare un ricordo che oggi potrebbe risultare – a qualcuno  – scomodo. Un fantasma che aleggiava nei corridoi dell’Ospedale neanche un anno fa.

Torniamo con la mente a quel periodo, la fine del 2024. L’illuminazione che, stando a insistenti voci di corridoio, sarebbe scesa sulla testa dell’allora Direzione Generale, guidata da Francesco Bevere, fu – a mio umile parere – di quelle da manuale del “come non fare“: segare il ramo su cui è seduta l’eccellenza ortopedica sammarinese. Il contratto del Prof. Camilleri, infatti, in quei giorni, era in scadenza e l’idea geniale, a quanto si dice, fu quella di non rinnovarlo. Un bel calcio nel sedere all’eccellenza. Per quale motivo? Forse – potrebbe pensare qualcuno – per far spazio a un nuovo, fiammante macchinario? Direi di no… O forse, più semplicemente, ci si trovava di fronte ad una di quelle purghe mascherate da “riorganizzazione” che tanto piacciono a certi manager che giocano a fare i CEO con la salute pubblica? Chissà…

Per fortuna, non tutti, tanto a Cailungo, quanto a Palazzo – ormai privo del Segretario di Stato che anni prima lo volle alla guida dell’ISS (Roberto Ciavatta, nominato dal Movimento Rete) -, erano in preda a deliri manageriali. Qualcuno (si dice l’allora Direttore Sanitario Sergio Rabini su tutti), dotato di un briciolo di buonsenso e forse di un abaco per conteggiare i possibili danni futuri, si sarebbe opposto con la schiena dritta. Da questo braccio di ferro, si narra, nacque un compromesso che era più un capolavoro di ipocrisia: un rinnovo di soli sei mesi, magari – forse sperava qualcuno – così breve che non sarebbe stato accettato… Un contentino, un guinzaglio corto che suonava più come un “prendere o lasciare” lanciato con il ghigno di chi impugna il bisturi dalla parte del manico, che come un attestato di stima.

E qui, signori, il sipario si apre sul contrappasso dantesco in salsa “biancazzurra”. Il DG di allora – voglio immaginare – contava i giorni che mancavano alla scadenza di giugno, alla scadenza del semestre di consulenza del Prof. Camilleri. Ma il karma è una bestia strana e ha un pessimo senso dell’umorismo. A giugno, chi ha fatto le valigie non è stato il Prof. Camilleri, che oggi sorride sereno accanto a un altro campione, promuovendo indirettamente anche la sanità sammarinese. No, a salutare la compagnia è stato proprio l’ex Direttore Generale. Applausi. Sipario… Applausi, scroscianti, anche a spettacolo terminato…

La morale? Mentre c’è chi colleziona figurine costose, dimenticando che le partite le vincono i giocatori in campo, la realtà presenta il conto. Privare San Marino di un professionista come Camilleri sarebbe stato come se Ranieri, nell’anno del miracolo, avesse messo in panchina il suo capocannoniere Vardy per far giocare il figlio del suo miglior amico. Un autogol a porta vuota… E addio leggenda Leicester e Ranieri…

Il filo conduttore è chiaro: si potevan far più danni, ma qualcuno avrebbe avuto la saggezza di evitarli, salvando l’autogol sulla linea di porta. Oggi, così, i sammarinesi si godono una bella foto, ma – spero – non dimentichino la lezione: le eccellenze vanno protette, coccolate, blindate. Soprattutto da chi pensa che un ospedale si gestisca come una squadra del Fantacalcio nel Bar Sport: vendendo i campioni per comprare l’ultimo – costosissimo e inutile – gadget alla moda.

Enrico Lazzari