Fare la spesa in Romagna è diventato molto più costoso. Negli ultimi quattro anni, i prezzi dei prodotti alimentari nelle province di Forlì-Cesena e Rimini sono cresciuti di circa il 29%, un ritmo quasi doppio rispetto all’inflazione generale registrata nello stesso periodo. A rivelarlo è un’analisi dell’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio della Romagna, che fotografa un carrello della spesa sempre più oneroso per le famiglie.
Il rapporto evidenzia una dinamica quasi identica nei due territori. Nella provincia di Forlì-Cesena, l’aumento del comparto alimentare e bevande ha toccato il 29%, a fronte di un’inflazione complessiva ferma al 16,5%. Un dato molto simile si registra a Rimini, con una crescita dei prezzi alimentari di poco inferiore al 29% contro un’inflazione generale del 18,4%. Ad aver subito i rincari maggiori, in entrambe le province, sono stati i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, ovvero i beni di acquisto più frequente, mentre gli alcolici hanno mostrato aumenti più contenuti.
Secondo l’Osservatorio, questa spirale inflazionistica nel settore alimentare è alimentata da una combinazione di fattori. Tra questi figurano l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, a cui si aggiungono le tensioni geopolitiche internazionali. Questi elementi hanno reso il carrello della spesa uno dei settori più esposti alle pressioni sui prezzi, con aumenti che i consumatori percepiscono in modo più rapido e diretto rispetto ad altri beni e servizi.
Il risultato è una “inflazione alimentare” che supera di gran lunga quella generale, con un impatto concreto e tangibile sul potere d’acquisto delle famiglie, in particolare sui nuclei con minori capacità di spesa. Il monitoraggio conferma quindi una tendenza che sta pesando in modo significativo sull’economia quotidiana dei cittadini romagnoli.













