La fase due del piano internazionale per il Medioriente entra nel vivo dopo l’approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu della risoluzione promossa dagli Stati Uniti. Il documento, ispirato al piano di pace di Donald Trump e modificato durante i negoziati, è passato con 13 voti favorevoli e l’astensione di Cina e Russia, e prevede l’invio di una forza internazionale di stabilizzazione nella Striscia di Gaza, con l’obiettivo di garantire la smilitarizzazione della zona, incluso il disarmo di Hamas.
Il gruppo fondamentalista palestinese ha però rigettato l’accordo, definendolo pericoloso e volto a sottomettere Gaza all’autorità internazionale. Fonti di Hamas hanno precisato che i propri agenti, ancora barricati in un tunnel a Rafah, non sono pronti ad arrendersi e respingono qualsiasi imposizione esterna sulla gestione del territorio.
Il piano approvato dall’Onu prevede la possibilità per gli Stati membri di partecipare al Board of Peace, incaricato fino al 31 dicembre 2027 di supervisionare la transizione, con l’obiettivo di creare le condizioni per un percorso verso l’autodeterminazione palestinese e la formazione di uno Stato, a condizione che l’Autorità nazionale palestinese attui riforme e che la ricostruzione di Gaza raggiunga uno stadio avanzato per consentire una gestione autonoma del territorio. La Forza internazionale di stabilizzazione, formata principalmente da Paesi musulmani, è confermata nel compito di smilitarizzare l’enclave, compreso il disarmo e la distruzione delle infrastrutture militari di Hamas.
Sul fronte internazionale, Cina e Russia si sono astenute, ribadendo la loro posizione critica nei confronti dell’iniziativa statunitense e presentando in precedenza bozze alternative del piano che escludevano la smilitarizzazione obbligatoria e limitavano il ruolo diretto di Washington, affidando al segretario generale dell’Onu la supervisione delle forze di stabilizzazione.
Negli stessi giorni, tensioni in Cisgiordania hanno accompagnato la fase due del piano: durante lo sgombero dell’avamposto illegale di Tzur Misgavi, scontri con i coloni hanno causato il ferimento di diversi agenti della polizia israeliana, a testimonianza della fragilità della tregua e della complessità della situazione sul terreno.
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