Nel corso della seduta mattutina della Commissione Speciale, prosegue il ciclo di audizioni.
L’Avv. Kristina Pardalos afferma di voler offrire un contributo al dibattito sulla riforma istituzionale sammarinese, partendo dalla sua esperienza nel Collegio Garante. Sottolinea che l’obiettivo centrale è adeguare le istituzioni e la legislazione alle raccomandazioni del Consiglio d’Europa e agli standard internazionali. Soffermandosi sulla composizione dell’organo, l’avvocata suggerisce di ispirarsi al modello della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: propone un Collegio più ampio, composto da cinque o sei esperti, dal quale ricavare di volta in volta camere di tre giudici, eliminando così la figura dei supplenti. Ritiene essenziale la presenza di competenze differenziate — costituzionale, penale, internazionale, civile e soprattutto CEDU — e sostiene la necessità di una composizione mista per genere e nazionalità, pur garantendo la presenza stabile di giudici sammarinesi. Indica inoltre che la selezione dei membri dovrebbe essere più trasparente: propone una short list formulata da una commissione tecnica, criteri più rigorosi, età minima e massima, e limiti per chi ha ricoperto ruoli politici. Ritiene inoltre preferibile un mandato unico e non rinnovabile, più lungo e simile ai nove anni della Corte di Strasburgo, per rafforzare indipendenza e affidabilità. Pardalos considera poi la possibilità di un ricorso diretto al Collegio — una sorta di corte de amparo sammarinese — come un’evoluzione capace di rafforzare la tutela dei diritti fondamentali e prevenire ricorsi alla Corte di Strasburgo. Affronta quindi il secondo grande tema: l’introduzione dell’Ombudsman (o difensore civico / Commissario per i Diritti Umani), fortemente richiesta dal Consiglio d’Europa e dalle Nazioni Unite. Sostiene che questa figura debba essere prevista da norma costituzionale e operare come organo indipendente di garanzia. Elenca le sue funzioni essenziali: proteggere i diritti fondamentali, vigilare sulla pubblica amministrazione, contrastare le discriminazioni, occuparsi dei minori, dei detenuti, delle pari opportunità, ricevere reclami, accedere a documenti e strutture pubbliche, formulare raccomandazioni, promuovere la cultura dei diritti e proporre riforme normative. Suggerisce infine che l’attuale revisione della Dichiarazione dei Diritti possa essere l’occasione per introdurre nuovi diritti fondamentali — ambiente, dati personali, transizione ecologica, informazione — e per adeguare il linguaggio. Indica anche possibili iniziative culturali e partecipative, come la Giornata della Costituzione, un Consiglio dei Giovani o il voto ai 16 anni per elezioni locali. In vista dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, conclude affermando che sarà necessario istituire un Comitato per l’Integrazione Europea e dotarsi di una legge quadro sul recepimento dell’acquis, definendo anche il ruolo del Collegio Garante nel controllo di compatibilità tra diritto europeo e diritto interno.
L’avv. Giovanni Nicolini premette che il lavoro affidato alla commissione è molto ampio e impegnativo: si prospetta, a poco più di vent’anni di distanza, un aggiornamento della riforma istituzionale dei primi anni Duemila, considerata una vera “rivoluzione” dell’ordinamento. L’intervento si concentra soprattutto sul Collegio Garante: Nicolini segnala come punto critico la condizione dei membri supplenti, che oggi vivono una situazione di precarietà e talvolta di subalternità, non allineata al loro profilo professionale. Ricorda che, nei primi anni di vita del Collegio, i supplenti svolgono funzioni monocratiche legate ai rimedi straordinari e non si percepisce tale disagio; questo cambia quando tali competenze passano ai giudici per i rimedi straordinari e i supplenti vengono utilizzati solo per sostituzioni occasionali. Nicolini affronta anche il tema della presenza di almeno un sammarinese nel Collegio. Sulla base della propria esperienza, ritiene che un membro sammarinese rappresenti un importante raccordo tra il Collegio e il “Paese reale” e una garanzia di tutela della tipicità dell’ordinamento. Allo stesso tempo, però, considera sconsigliabile irrigidire questo principio in una norma vincolante e ritiene preferibile continuare ad affidarsi alla sensibilità del Consiglio Grande e Generale. In chiusura, Nicolini allarga lo sguardo ad alcuni profili più generali della riforma. In relazione alla Reggenza, afferma che l’istituto dei Capitani Reggenti semestrali è un simbolo irrinunciabile dell’atipicità sammarinese e va assolutamente preservato. A suo giudizio, eventuali interventi dovrebbero mirare a rafforzarne il ruolo di garanzia, ad esempio escludendo i Capitani Reggenti dai lavori del Congresso di Stato, così da marcare meglio la separazione tra legislativo ed esecutivo e favorire, quando opportuno, anche la nomina di esponenti dell’opposizione. Guardando poi al Consiglio Grande e Generale, egli rileva che una parte consistente del tempo è assorbita da attività di natura amministrativa. Propone quindi di decongestionare i lavori consiliari trasferendo alcune competenze amministrative al Consiglio dei XII, antichissimo organo oggi poco utilizzato.
Di seguito una sintesi dei lavori
20251118 – Commissione Consiliare Riforme istituzionali – Report martedi 18 novembre mattina












