Nella seduta mattutina di mercoledì 19 novembre del Consiglio Grande e Generale inizia l’esame – al comma 15, in prima lettura – del progetto di legge riguardante i bilanci di previsione dello Stato e degli enti pubblici per l’esercizio finanziario 2026 e bilanci pluriennali 2026/2028.
Il Segretario di Stato Marco Gatti afferma che l’economia sammarinese mantiene una forte resilienza, come confermato dal Fondo Monetario Internazionale, grazie a un modello di crescita diversificato e trainato da manifattura, servizi e turismo. Nonostante il contesto internazionale incerto, la crescita rimane positiva, con un PIL che nel 2024 sale dell’1% e un mercato del lavoro sostenuto. Le previsioni indicano un ulteriore rafforzamento nel 2025-26, spinto da domanda interna, aumento dei salari reali e stabilità politica. L’obiettivo del Governo è ridurre il rapporto debito/PIL sotto il 60% entro il 2025, mantenendo negli anni una traiettoria discendente. La linea del Governo resta quella della prudenza. Gatti richiama inoltre le riforme in corso: attuazione della riforma IGR, introduzione nel 2026 della fatturazione elettronica interna, sviluppo del circuito SMaC, e miglioramento dell’efficienza della spesa pubblica. Secondo il Segretario, la prossima firma dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea rappresenta un passaggio fondamentale. Gatti aggiunge che il sistema bancario e finanziario mostra passi avanti significativi: si registra un netto recupero della fiducia, attestato anche a livello internazionale, e le riforme in corso migliorano la liquidità e la qualità degli attivi. Gli NPL scendono al 16,9% nel 2024, in calo rispetto al 21% dell’anno precedente. Il processo di recupero degli attivi da parte dell’AMC supera le aspettative, con 41,7 milioni di euro già versati sulla tranche senior, riducendo le garanzie dello Stato. Si riconosce tuttavia che la capitalizzazione degli istituti rimane limitata e che saranno necessarie ulteriori riserve di capitale per sostenere la trasformazione del settore. Viene inoltre valorizzato il ruolo della vigilanza di BCSM, ritenuta efficace ed efficiente. Il Segretario evidenzia i risultati positivi dei bilanci 2024 e 2025, entrambi caratterizzati da un avanzo primario rilevante e da un risparmio pubblico consistente. Per quanto riguarda il triennio 2026-2028, Gatti spiega che il bilancio previsionale è redatto secondo criteri di sana e prudente gestione, tenendo conto dei rischi legati alla domanda esterna e al contesto geopolitico globale. Con riferimento all’esercizio 2026 il bilancio presenta un disavanzo finanziario complessivo di 36 milioni di euro. Il 2027 invece presenta un disavanzo finanziario di 35 milioni di euro e il 2028 di 36 milioni di euro. Con riferimento al bilancio previsionale 2026, Gatti sottolinea che il saldo delle operazioni correnti presenta un saldo positivo di circa 11,7 milioni di euro; inoltre, il bilancio previsionale 2026 presenta un avanzo primario di circa 9 milioni di euro; l’avanzo primario è dato da tutte le entrate correnti meno le spese correnti e le spese in conto capitale, al netto degli interessi passivi.
Per il 2026 le entrate tributarie ammontano a circa 605 milioni di euro. L’imposta IGR è prevista in linea con il gettito 2024, poiché gli effetti della recente riforma saranno inseriti in seconda lettura; il maggior gettito stimato è di circa 17 milioni di euro. Anche nel 2025 le ritenute da lavoro dipendente mantengono un buon andamento grazie alla solidità occupazionale. Le entrate extra-tributarie risultano prudenti rispetto al 2024 e 2025, poiché molte categorie sono iscritte con valori cautelativi. Le entrate da alienazioni si mantengono stabili a circa 1,5 milioni di euro. Le entrate da mutui e prestiti raggiungono 486 milioni di euro, comprendendo il rollover dei bond interni (100 milioni) e del bond internazionale (350 milioni). Sul fronte delle uscite, le spese correnti ammontano a 674 milioni di euro: una gestione attenta consente che siano integralmente coperte dalle entrate tributarie ed extra-tributarie, generando un risparmio pubblico di circa 11 milioni di euro. Le spese in conto capitale sono pari a 62 milioni di euro, con investimenti su infrastrutture, bonifiche, sedi istituzionali e circa 15 milioni di euro destinati al rimborso dei fondi pensione legati all’ex Banca Cis. Infine, il titolo relativo al rimborso prestiti include i 100 milioni dei bond interni e il rimborso anticipato del bond internazionale in scadenza nel 2027.
Inizia quindi il dibattito. Il Segretario di Stato Andrea Belluzzi afferma che il bilancio 2026 prosegue il percorso di risanamento avviato nella scorsa legislatura, ricordando le difficoltà ereditate dal sistema bancario, dalla pandemia e dalla crisi energetica. Ritiene che il miglioramento del rating confermi la correttezza della direzione intrapresa. Indica come priorità la digitalizzazione della PA e l’attuazione dell’Accordo di Associazione con l’UE. Il Segretario di Stato Stefano Canti annuncia il lavoro per un testo condiviso di riforma e nuovi incentivi alla genitorialità. Sulla previdenza segnala correttivi al FONDISS per aumentarne operatività e rendimento, anticipando una riforma complessiva della legge nel 2026.
Il Segretario di Stato Matteo Ciacci dichiara che l’obiettivo è ridurre deficit e debito estero, sostenuto dalle riforme in corso e dal miglioramento del rating. Ritiene essenziale la spending review, ricordando l’impatto dei 22 milioni annui di interessi sul debito. Indica come priorità la manutenzione del territorio, il sostegno alla prima casa e la prosecuzione dei progetti infrastrutturali.
Giuseppe Maria Morganti (Libera) osserva che il maggior gettito IGR riflette una buona dinamica economica, ma segnala una preoccupante contrazione della monofase e dei consumi interni. Invita a intervenire sui tassi di interesse, troppo alti per Stato, imprese e famiglie, e sostiene la necessità di adeguare il sistema bancario agli standard europei in vista dell’Accordo di Associazione.
Enrico Carattoni (Repubblica Futura) sostiene che il bilancio manchi di una vera progettualità e critica l’aumento della spesa corrente e la riduzione degli investimenti. Ritiene che la maggioranza non definisca priorità concrete e che gli interventi annunciati siano insufficienti. Evidenzia che l’unico taglio certo è quello ai contributi ai partiti.
Gaetano Troina (Domani–Motus Liberi) contesta l’assenza di una reale spending review e teme aumenti di spesa in seconda lettura. Critica l’aumento dei costi nel settore sanitario e la dipendenza da strutture convenzionate per i ricoveri.
Gian Nicola Berti (Alleanza Riformista) sostiene che la situazione finanziaria sia oggi più stabile rispetto all’inizio della scorsa legislatura. Considera positive le riforme sull’IGR per ridurre il costo del debito, ma avverte che l’Accordo di Associazione comporterà anche costi di ristrutturazione della PA. Ritiene che la priorità non sia ridurre il personale pubblico, ma migliorarne competenze e qualità.
Emanuele Santi (RETE) sostiene che il bilancio previsionale presenti disavanzi strutturali e un forte aumento della spesa corrente, giudica assente una vera spending review e critica il fatto che nel 2026 si paghino per un periodo gli interessi su due bond, ritenendo insostenibile questo costo e chiedendo una diversa gestione del debito.
Nicola Renzi (Repubblica Futura) contesta le assunzioni “indiscriminate” nella PA e annuncia che RF presenterà pubblicamente i propri emendamenti, chiedendo coerenza su spending review e legge sviluppo.
Mirko Dolcini (Domani–Motus Liberi) denuncia l’assenza, nel bilancio, di una quantificazione chiara dei costi legati all’Accordo di Associazione con l’UE e teme che si sottovaluti l’impatto economico sulla PA e sulle imprese.
Manuel Ciavatta (PDCS) spiega che la maggioranza intende emendare il bilancio in modo tecnico, senza stravolgimenti politici, e difende i dati sul debito pubblico in calo. Ricorda l’onere derivante dal caso Banca CIS sui fondi pensione, sottolinea l’elevato impegno dello Stato per sanità e scuola e afferma che, grazie all’avanzo primario, il rapporto tra entrate e uscite rimane positivo. Giulia Muratori (Libera) ribadisce che il bilancio è un atto politico che deve puntare prioritariamente alla riduzione del debito estero. Sostiene l’Accordo di Associazione come occasione di crescita e chiede di orientare assunzioni nella PA verso profili qualificati, oltre a rafforzare interventi e servizi a sostegno della famiglia e contro la denatalità.
Luca Lazzari (PSD) afferma che il Paese è in una fase delicata in cui il tema centrale è il debito, legato soprattutto alle crisi bancarie passate. Chiede una linea chiara di rafforzamento e vigilanza del sistema bancario, una riflessione sul rapporto con Banca d’Italia, una spending review mirata e una vera agenda per la crescita.
Matteo Casali (Repubblica Futura) sostiene che il bilancio resti poco leggibile e denuncia come “bluff” la legge di sviluppo. Critica la combinazione di aumento delle tasse e rollover, la forte crescita della spesa corrente e degli oneri per PA e ISS.
Gerardo Giovagnoli (PSD) riconosce che, grazie alle riforme fiscali, il debito pubblico inizia a ridursi più rapidamente del previsto e giudica positivo il lavoro del Governo e della Segreteria Finanze. Chiede però di passare ora a una fase orientata alla crescita, agli investimenti e all’attrattività, superando l’uso dei fondi pensione per sostenere le banche.
Maria Luisa Berti (Alleanza Riformista) invita a superare una gestione “troppo politica” della PA, proponendo un approccio più imprenditoriale pur mantenendo gratuiti i servizi essenziali. Indica quattro leve per aumentare le entrate: recuperare monofase sottratta dall’e-commerce, valorizzare il patrimonio immobiliare con canoni adeguati, mettere a reddito il patrimonio artistico e filatelico, e ridurre eventi poco utili privilegiando iniziative con ritorni effettivi per lo Stato.
Vladimiro Selva (Libera) ritiene importante capire perché fare acquisti in territorio non convenga più, evitando che gli incentivi previsti dalla riforma spingano poi a un rialzo dei prezzi. Sottolinea le difficoltà nel far partire le opere pubbliche e ricorda che il rollover concentra in un solo esercizio un pesante costo degli interessi, che va gestito con attenzione.
Giovanni Zonzini (RETE) propone di puntare su investimenti energetici per ridurre i costi alle imprese e su un polo universitario–industriale che unisca ricerca, innovazione e produzione. Sostiene che il governo cerchi prima il debito e poi i progetti, producendo opere marginali e poco utili.
Michela Pelliccioni (indipendente) ritiene che il bilancio, pur essendo un atto politico, non esprima una visione credibile del futuro. Sottolinea che l’aumento della spesa non segue una direzione precisa, soprattutto su energia, debito pubblico e politiche sociali, e giudica insufficiente la capacità della maggioranza di leggere e affrontare le sfide che il Paese ha di fronte.
Aida Maria Adele Selva (PDCS) sottolinea come i dati ufficiali mostrino un progressivo calo del debito pubblico. Aggiunge che gli organismi internazionali hanno riconosciuto la bontà del percorso intrapreso, iniziato già nella scorsa legislatura. Distingue però le spese tecnicamente classificate come costi – sanità, scuola, sicurezza, investimenti essenziali – che ritiene invece “spese-investimenti”, cioè risorse che non si possono né tagliare né considerare un peso.
Fabio Righi (D-ML) richiama la necessità di una visione politica chiara, prima ancora dei numeri. Accusa la maggioranza di navigare a vista e di aver presentato un ordine del giorno “per coprire la povertà dei provvedimenti”. Contesta l’aumento di 18 milioni della spesa pubblica, pari al maggior gettito previsto dalla riforma IGR, sostenendo che le nuove entrate non serviranno allo sviluppo ma a coprire inefficienze.
Luca Gasperoni (PDCS) ricorda innanzitutto che la maggioranza ha scelto, fin dall’inizio della legislatura, di presentare leggi di bilancio “pulite”, evitando articoli estranei alla materia finanziaria, e ritiene che questa linea debba essere mantenuta. Entrando nel merito, sottolinea che le entrate dello Stato sono stabili dal 2020 e che la riforma IGR porterà un ulteriore incremento. Tra gli indicatori positivi cita il rapporto debito/PIL che nel 2025 potrebbe scendere sotto il 60%, la crescita del PIL sopra l’1% e la liquidità dello Stato, oggi oltre i 100 milioni (oltre 200 includendo le Aziende). Tutti elementi, afferma, che dimostrano il buon lavoro del Segretario alle Finanze e del governo.
Alle 13.00 i lavori vengono sospesi. Riprenderanno domani alle 14.00
20251119 – Consiglio Grande e Generale – Report mercoledi 19 novembre 2025 mattina












