Una svolta nel lungo iter giudiziario del caso Yara Gambirasio. Nella giornata di ieri, mercoledì 19 novembre, la difesa di Massimo Bossetti, l’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne, ha finalmente ottenuto le copie integrali delle analisi genetiche che furono decisive per la sua condanna. Dopo sei anni di richieste, un hard disk contenente i dati del Dna è stato consegnato ai legali, che ora potranno avviare verifiche indipendenti.
Il materiale consegnato consiste in un hard disk contenente una mole enorme di dati. Si tratta degli elettroferogrammi, ovvero i grafici grezzi prodotti dalle analisi, e di tutta la documentazione fotografica dei reperti realizzata all’epoca dai Carabinieri del Ris di Parma. Questo archivio digitale rappresenta la totalità delle prove genetiche raccolte per identificare il profilo noto come “Ignoto 1”, la traccia trovata sugli indumenti della vittima e poi attribuita al muratore di Mapello.
I legali di Bossetti, che da anni si battono per poter accedere a questi dati, potranno ora avviare una revisione completa. L’avvocato Claudio Salvagni ha confermato che il processo di analisi richiederà diversi mesi, data la vastità e la complessità del materiale. L’obiettivo dichiarato è quello di sottoporre a un esame critico le procedure seguite dagli investigatori e la solidità scientifica dei risultati che hanno costituito la prova regina del processo.
Massimo Bossetti è stato condannato in via definitiva all’ergastolo nel 2018 per il sequestro e l’omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate Sopra il 26 novembre 2010. Il suo corpo fu ritrovato tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola. L’intera impalcatura accusatoria si è sempre fondata sulla compatibilità tra il Dna di Bossetti e la traccia genetica isolata sugli abiti della ragazza, identificata al termine di un’indagine senza precedenti che ha coinvolto migliaia di persone.
La consegna di questo materiale, avvenuta dopo una lunga battaglia legale, riapre di fatto un fronte processuale che sembrava chiuso. Sebbene tutte le istanze di revisione presentate finora siano state respinte, l’analisi indipendente dei dati genetici da parte dei consulenti della difesa potrebbe portare alla presentazione di nuove istanze alla magistratura, mantenendo alta l’attenzione su uno dei casi di cronaca più complessi e seguiti della storia recente italiana.












