Il dibattito sulla gestione del lupo si infiamma nel Riminese, con l’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali che interviene duramente per contestare l’idea che il predatore sia una specie intoccabile. L’associazione chiede interventi concreti e richiama i sindaci, in particolare quello di Rimini, alle proprie responsabilità in materia di sicurezza pubblica, sostenendo che gli strumenti normativi per l’abbattimento controllato esistono già.
La polemica nasce in risposta a recenti dichiarazioni di Giampiero Semeraro, dello Sportello Lupo Rimini, il quale avrebbe affermato che allo stato attuale si possa solo prevenire gli attacchi. Secondo l’associazione, questa visione sarebbe errata, in quanto la normativa europea ed italiana prevede deroghe precise. Viene citata la Direttiva Habitat (92/43/CEE) e il D.P.R. 357/1997, che consentono al Ministero dell’Ambiente di autorizzare l’abbattimento di esemplari problematici per prevenire gravi danni agli allevamenti o per motivi di sicurezza pubblica.
L’associazione evidenzia come questa pratica sia già in uso in diversi Paesi europei come Francia, Svezia e Svizzera, mentre in Italia l’applicazione sarebbe bloccata da opposizioni di natura politica e ideologica. A sostegno di questa tesi, vengono riportate stime dell’Ispra secondo cui, in base alla legge, in Italia potrebbero essere abbattuti tra i 98 e i 163 lupi all’anno, di cui 9-15 solo in Emilia-Romagna.
Viene poi lanciato un appello diretto al presidente della Provincia e sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad. L’associazione gli ricorda i suoi obblighi di tutela della sicurezza e sostiene che, in casi urgenti, un sindaco possa ordinare l’abbattimento di animali pericolosi, previa comunicazione al prefetto. Come esempio, viene citato il caso del sindaco di Westerveld, nei Paesi Bassi, che nel 2023 ordinò la rimozione di un lupo dopo un’aggressione, provvedimento poi giudicato legittimo.
A rendere concreta la preoccupazione è la testimonianza di Stefano Albori, figlio di un agricoltore di 90 anni che lo scorso agosto sarebbe stato inseguito da alcuni lupi davanti alla sua abitazione nel comune di Rimini. La famiglia Albori denuncia ingenti danni al bestiame e il timore di nuovi attacchi, lamentando inoltre di non essere mai stata contattata dal Comune dopo l’episodio. L’associazione conclude richiamando altri presunti attacchi a persone documentati da Ispra in Italia tra il 2017 e il 2024, chiedendo alle istituzioni di attivare senza indugi le procedure di abbattimento previste dalla legge per i lupi ritenuti pericolosi.













