San Marino. Consiglio Grande e Generale, relazione del Segretario di Stato per gli Affari Interni circa le azioni necessarie a gestire le nuove disposizioni derivanti dall’Accordo di Associazione all’UE – Venerdì 21 novembre mattina. Report by AskaNews

La seduta odierna del Consiglio Grande e Generale ha al centro il comma 13: relazione del Segretario di Stato per gli Affari Interni circa le azioni necessarie a gestire le nuove disposizioni derivanti dall’Accordo di Associazione all’UE.

Il Segretario di Stato agli Interni, Andrea Belluzzi, afferma che la relazione in discussione non è un atto formale, ma l’occasione per avviare un confronto concreto sulla “portata della sfida” che San Marino si appresta ad affrontare con l’entrata in vigore dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. Ribadisce che occorre iniziare a lavorare come se l’accordo fosse già operativo, perché il passaggio non può ridursi a un semplice recepimento tecnico delle norme, ma rappresenta “l’avvio di un processo di trasformazione complessiva dello Stato e della pubblica amministrazione”. Sottolinea che l’accordo apre una nuova stagione per la Repubblica, incidendo su metodi di governo, qualità delle politiche pubbliche, trasparenza istituzionale e capacità di risposta dello Stato. Secondo il Segretario, la sfida non consiste solo nell’allinearsi agli standard europei, ma nel costruire un approccio strutturato e sistemico, orientato al lungo periodo: modernizzazione organizzativa, formazione continua, istituzione di autorità indipendenti, dialogo costante con la cittadinanza e capacità di sfruttare le opportunità dei fondi e dei programmi europei. Belluzzi osserva che l’accordo può restituire una prospettiva a generazioni che per la prima volta devono confrontarsi con aspettative di crescita inferiori rispetto al passato. Il successo del percorso dipende da coesione politica, efficienza amministrativa, valorizzazione del capitale umano e partecipazione consapevole della comunità. La relazione viene presentata come uno strumento di lavoro aperto, una prima roadmap da ampliare e aggiornare grazie al contributo delle forze politiche e sociali e al dibattito parlamentare.

Sul punto, interviene anche il Segretario di Stato agli Esteri, Luca Beccari. Spiega che il documento non vuole essere la soluzione completa all’implementazione dell’accordo con l’UE, ma un testo che richiama il Consiglio ai nodi fondamentali, in particolare al ruolo centrale dell’attività legislativa. L’accordo comporta un grande lavoro di recepimento normativo che, dice, non deve spaventare, ma richiede una strategia chiara fatta di strumenti, processi e organizzazione. Propone l’idea di una programmazione annuale del recepimento, attraverso una legge che indichi le direttive al Governo e permetta al Consiglio di decidere quali materie discutere nel dettaglio e quali trattare con procedure semplificate. L’obiettivo è che il Consiglio “possa governare questa attività legislativa e non subirla”. Beccari sottolinea che la pubblica amministrazione non subirà stravolgimenti, solo riorganizzazioni mirate, e che il processo deve essere gestito in modo ordinato e trasparente. Per questo è in sviluppo una piattaforma digitale che permetterà di monitorare in modo tracciabile ogni fase del recepimento. 

Francesco Mussoni (PDCS) invita a smettere di vivere “in sospensione” sulla firma e a concentrarsi sull’organizzazione del Parlamento, della PA e sulla cultura politica necessaria all’integrazione. Ricorda il precedente negativo del 2005 e chiede all’aula di compattarsi, perché il Paese è già unito e vuole l’accordo. Sottolinea che San Marino resta Stato terzo e deve mantenere la propria identità lavorando su due fronti: recepimento normativo e rafforzamento dell’identità nazionale. “Dobbiamo unirci, far sentire il coraggio di questo percorso, far sentire che noi ci crediamo, far sentire che siamo entusiasti di questo percorso” afferma Mussoni.

Giulia Muratori (Libera) considera la relazione una roadmap operativa che permette di affrontare la fase attuativa dell’accordo. Il documento chiarisce tecniche legislative, riorganizzazione delle risorse umane e ruolo della formazione. Invita inoltre ad avviare rapidamente un coordinamento operativo con l’Italia, in particolare con Banca d’Italia.

Il Segretario di Stato Federico Pedini Amati ribadisce che il percorso europeo è sempre stato sostenuto dal PSD e che molte questioni tecniche del Paese trovano risposta nell’accordo. La variabile resta la natura dell’accordo (mista o esclusiva), ma la provvisoria esecutività garantisce comunque effetti immediati dopo la ratifica. Critica le polemiche su “chi è più bravo” sul tema dell’Europa e richiama la necessità di procedere anche sulle riforme correlate: vigilanza bancaria, IVA e altri interventi indispensabili per modernizzare il sistema.

Nicola Renzi (RF) esprime forte preoccupazione per il ritardo della relazione e per il fatto che si continui a discutere di chi sia favorevole o contrario all’accordo, ricordando che Repubblica Futura ha sempre sostenuto il percorso europeo ma non darà più “deleghe in bianco”. Richiama inoltre il nodo dei rapporti con l’Italia, ricordando la convenzione del ’39, e sostiene che serve un metodo di lavoro più strutturato, apprezzando la piattaforma digitale ma criticando la parte della relazione sulla PA, ritenuta poco chiara nella catena di comando. Conclude che RF voterà e ratificherà l’accordo “sia misto sia esclusivo”, ma chiede coinvolgimento reale.

Il Segretario di Stato Matteo Ciacci ricorda che la natura dell’accordo non dipende da San Marino e che la formula mista prevede comunque la provvisoria esecutività, garantendo l’applicazione immediata dopo la ratifica. Sottolinea che il Paese non ha alternative, vista anche la crescente mobilità dei cittadini e la necessità di nuove opportunità; indica come priorità l’attivazione del tavolo con l’Italia, il memorandum con Banca d’Italia e il rafforzamento della vigilanza bancaria.

Emanuele Santi (Rete) osserva che, nonostante due legislature centrate sull’Europa, esistono ancora gruppi che lavorano “per sabotare l’accordo”. Ricorda che Rete sostiene da anni l’idea dell’associazione, ma denuncia che nei due anni trascorsi dalla chiusura del negoziato il Paese ha fatto “pochissimo”, lasciando spazio alla disinformazione. Critica il mancato coinvolgimento dell’opposizione e il ritardo su molte riforme che si potevano avviare prima. 

Gerardo Giovagnoli (PSD) sottolinea come il dibattito mostri una maturità nuova del Paese nel confrontarsi con l’Europa e vede nella relazione la prova che San Marino è perfettamente in grado di reggere questa sfida. Sostiene che il nodo non è la data della firma, ormai vicina, ma il rischio opposto: firmare senza essere pronti. Per questo considera decisive le prossime settimane e vede nella Commissione mista e nella Commissione sulle riforme istituzionali gli strumenti chiave per una condivisione ampia. Auspica un ordine del giorno aperto ai contributi dell’opposizione, un’informazione più continua e capillare e uno sforzo comune contro la disinformazione.

Gaetano Troina (D-ML) richiama invece l’attenzione sul ritardo accumulato nel percorso europeo e che il Paese vive in una “attesa permanente”. Denuncia un dibattito pubblico debole e superficiale e ribadisce che Domani Motus Liberi mantiene una posizione non ideologica ma fondata su dati, analisi e valutazioni concrete.

Francesca Civerchia (PDCS) sottolinea che la relazione consegna un messaggio politico inequivocabile: l’associazione con l’Europa non è un semplice adempimento tecnico, ma una scelta di campo che segna l’ingresso di San Marino in una nuova stagione. Ribadisce che l’accordo non implica cessione di sovranità, anzi dimostra che San Marino la esercita, rafforzando identità e peso internazionale: “la vera perdita di sovranità è l’irrilevanza”.

Mirko Dolcini (D-ML) afferma che la relazione elenca molti centri di costo senza quantificarli realmente, mentre le cifre illustrate pubblicamente appaiono irrealistiche; segnala inoltre che il bilancio previsionale approvato nei giorni scorsi non riflette gli aumenti di spesa indicati nella relazione, segno di un “disallineamento” preoccupante. Sul referendum afferma che farlo “dopo” equivale a non farlo, perché servirebbe invece come legittimazione popolare di un passaggio così rilevante.

Enrico Carattoni (RF) accusa invece la maggioranza di essersi “arroccata”, presentando un documento preconfezionato. Ribadisce chiaramente che Repubblica Futura è favorevole all’accordo e pronta a lavorare sulla sua attuazione. Avverte poi che negli ultimi mesi avverte un “venticello” di critiche strumentali che rischia di politicizzare un percorso che per oltre un decennio è stato condiviso, e lancia un appello al Segretario Beccari a guardarsi non tanto dalle opposizioni — che definisce leali — quanto da alcune figure interne alla maggioranza. 

Silvia Cecchetti (PSD) apre sottolineando che dal dibattito emerge con chiarezza un dato da non dare per scontato: una larga maggioranza politica, economica e sociale è favorevole all’accordo di associazione. Avverte però che negli ultimi mesi è cresciuta una narrativa allarmistica e ribadisce l’importanza di riaffermare ai cittadini che l’accordo non tocca identità né sovranità, come confermato anche nella serata pubblica di ieri.

Oscar Mina (PDCS) difende l’operato del governo, affermando che la relazione è seria, strutturata e realistica. Sostiene che non si è in ritardo ma in una fase operativa in cui vanno definite le modalità organizzative del recepimento e preparata la pubblica amministrazione a una trasformazione che andrà oltre le norme, incidendo sulla qualità delle politiche, sulle autorità indipendenti e sulla struttura dello Stato. Il Segretario di Stato Marco Gatti ricorda che la trattativa è conclusa e che ora la priorità è prepararsi alla firma e all’attuazione, evitando di alimentare paure infondate sulla ratifica mista ma concentrandosi invece sulle azioni concrete da compiere subito. Indica come principale area critica il settore bancario-finanziario, ma chiarisce che non si parte da zero: Banca Centrale ha già avviato da giugno interlocuzioni.

Marco Mularoni (PDCS) replica alle critiche sulla mancanza di condivisione, ricordando che il documento deriva da un ordine del giorno del Consiglio e rappresenta una base aperta: se l’opposizione vuole davvero partecipare, questo è il momento, ma bisogna anche iniziare a decidere perché il paese è in ritardo. La relazione, a suo avviso, è ben costruita e soprattutto offre alla PA la possibilità di una trasformazione profonda, puntando sui giovani e su una maggiore apertura verso l’Europa.

Dalibor Riccardi (Libera) considera il progetto presentato un passaggio fondamentale, perché dimostra che il paese non è rimasto fermo e che si sta preparando alla fase più delicata: trasformare la firma in opportunità. Per lui ci sono quattro pilastri — formazione, comunicazione, capacità di recepimento e rapporto con l’Italia — e tutto dipenderà da quanto saremo reattivi dopo la firma, più che dalla natura mista o esclusiva dell’accordo.

Matteo Zeppa (Rete) afferma di aver capito nel tempo che San Marino ha bisogno di regole comuni per superare quello che definisce “banditismo sammarinese”, cioè le distorsioni che hanno danneggiato la reputazione del paese. Tuttavia critica duramente il governo — anche quello precedente — per aver gestito con forzature e annunci continui la questione delle date della firma, alimentando confusione. Per questo Rete non intende più firmare ordini del giorno che “rinnovano mandati già dati”, giudicandoli strumenti interni alla maggioranza più che atti utili al paese. 

In conclusione del dibattito, Luca Lazzari (PSD) dà lettura di un Ordine del giorno delle forze di maggioranza e dalle consigliere indipendenti Cecchetti e Pelliccioni – non condiviso dalle opposizioni – per impegnare il Congresso di Stato a: “adottare la relazione presentata dalle Segreterie di Stato per gli Affari Interni e per gli Affari Esteri quale primo nucleo del documento di strategia nazionale per il recepimento dell’accordo di associazione; rappresentare, per il tramite del Segretario di Stato per gli Affari Esteri la volontà politica del Governo e del Parlamento della Repubblica di San Marino ad addivenire nel minor tempo possibile alla firma dell’accordo, e a richiedere una piena collaborazione in tal senso agli Stati membri dell’Unione Europea; promuovere investimenti mirati nella formazione, in particolare per giovani e funzionari pubblici; riferire periodicamente al Consiglio Grande e Generale sull’attuazione della strategia nazionale e sulla preparazione amministrativa; proseguire le attività informative rivolte alla cittadinanza, alle imprese e ai vari soggetti coinvolti, anche attraverso gli strumenti digitali di consultazione e partecipazione pubblica previsti nella relazione; proseguire, nelle forme più appropriate, l’attività di confronto strutturato e costruttivo già avviata con le controparti italiane, al fine di approfondire e definire gli aspetti di vigilanza relativi alla futura attuazione dell’accordo e di garantire un flusso informativo costante alla Commissione Consiliare Permanente Finanza e Bilancio sugli sviluppi di tali interlocuzioni”. 

Alle 15.00 la seduta si conclude e con essa la sessione di novembre. 

Di seguito una sintesi degli interventi 

20251121 – Consiglio Grande e Generale – Report venerdi 21 novembre mattina