Emilia-Romagna: Rifiuti, la Tari cresce del 3% ma la bolletta resta tra le più leggere d’Italia

Gestire i rifiuti costa leggermente di più alle famiglie emiliano-romagnole rispetto all’anno passato, pur mantenendo standard economici e qualitativi migliori rispetto alla media del Paese. È quanto emerge dall’ultimo dossier elaborato dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, che ha fotografato la situazione fiscale legata alla spazzatura nei capoluoghi di provincia per l’anno in corso.

Secondo i dati raccolti nel Rapporto 2025, la spesa media regionale per la gestione dei rifiuti urbani si è attestata sui 284 euro annui. Si tratta di un incremento del 3,2% rispetto al 2024, quando l’esborso medio si fermava a 275 euro. L’indagine prende come parametro di riferimento una famiglia tipo composta da tre persone che risiede in un’abitazione di proprietà di cento metri quadrati.

Analizzando la situazione nelle diverse città, emerge una mappa variegata dei costi. Ferrara detiene il primato del capoluogo più oneroso, con una tariffa media che tocca i 341 euro, mentre Cesena si conferma la città più economica della regione, richiedendo ai contribuenti un esborso di 246 euro. Le oscillazioni tariffarie hanno mostrato dinamiche opposte a seconda dei territori: se a Reggio Emilia e a Ferrara si sono registrati gli aumenti più consistenti, rispettivamente del 15,1% e del 13,8%, Modena ha invece segnato una decisa controtendenza con un taglio della tariffa del 12,3%.

Nonostante i rincari localizzati, l’Emilia-Romagna conserva una posizione virtuosa nel panorama nazionale. La bolletta media regionale resta infatti ben al di sotto dei 340 euro pagati mediamente nel resto d’Italia. Un dato economico positivo che si accompagna a performance ambientali di alto livello: la raccolta differenziata in regione ha raggiunto quota 77,1%, un risultato nettamente superiore alla media italiana che si ferma al 66,6%.