San Marino si è svegliata martedì mattina con un dato che, francamente, non sta né in cielo né in terra: a oltre 36 ore dalla chiusura dei seggi, i risultati ufficiali delle elezioni delle Giunte di Castello non sono ancora stati pubblicati integralmente.
Un ritardo che non ha giustificazioni operative, politiche o tecniche. Un ritardo che mina la credibilità delle procedure e dà l’ennesima fotografia di un sistema che continua a inciampare sulle basi: trasparenza, tempestività, rispetto per i cittadini.
Il Paese ha votato domenica 23 novembre. I conteggi sono terminati. Le Giunte sono state elette. Tutte le forze politiche hanno già fatto circolare i loro numeri in via ufficiosa. Le pagine social dei Castelli hanno già pubblicato foto di festeggiamenti, ringraziamenti, post vittoriosi.
Eppure il dato ufficiale, quello che dovrebbe arrivare dal canale istituzionale, è ancora fermo.
A cosa serve una macchina elettorale se poi la comunicazione finale si blocca per giorni?
La cittadinanza ha il diritto di conoscere i risultati in tempi rapidi, non a distanza di due giorni, come se stessimo aspettando lo scrutinio di un referendum internazionale o di un voto di preferenze complicato. Qui parliamo di Giunte di Castello. Di 9 Castelli. Di numeri semplici, già raccolti, già verificati.
Il problema non è solo il ritardo in sé:
• è un tema di reputazione istituzionale;
• è un tema di credibilità amministrativa;
• è un tema di rispetto per l’elettore che ha votato e vuole vedere, nero su bianco, ciò che ha deciso con la matita.
In qualunque Paese moderno, i risultati delle elezioni amministrative vengono pubblicati la sera stessa o, al massimo, all’alba del giorno dopo.
A San Marino, evidentemente, questa normalità continua a essere un’eccezione.
La comunicazione istituzionale non è un dettaglio. È parte integrante del processo democratico. Ritardarla senza motivo significa mancare alle basilari aspettative del Paese e offrire un’immagine di disorganizzazione che non giova a nessuno.
Martedì mattina senza risultati ufficiali è un fallimento di governance.
E chi ha la responsabilità dell’output finale – dagli uffici preposti alla Segreteria competente – dovrebbe interrogarsi seriamente su come sia possibile che, nel 2025, la pubblicazione di alcuni dati elettorali richieda più tempo del conteggio stesso.
I cittadini hanno fatto il loro dovere. Hanno votato. Hanno partecipato.
Ora si aspettano la stessa puntualità dalle istituzioni.
E non è una richiesta: è un diritto.
/ms
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