La guerra in Ucraina giunge al giorno 1.371 segnando un netto contrasto tra le manovre diplomatiche internazionali e la brutale realtà del campo di battaglia. Mentre funzionari statunitensi e russi hanno aperto un canale di dialogo negli Emirati Arabi, la capitale ucraina è stata colpita duramente durante la notte, registrando diverse vittime.
Secondo quanto riportato dalla Bbc, che cita fonti ufficiali americane, si è tenuto ieri ad Abu Dhabi un incontro tra delegazioni di Washington e Mosca. Il vertice segue i colloqui svoltisi domenica scorsa a Ginevra tra Stati Uniti e Ucraina, incentrati su una bozza di piano di pace. Il documento, che inizialmente prevedeva 28 punti, è stato snellito agli attuali 19. Gli aspetti politicamente più delicati sono stati lasciati in sospeso, in attesa delle decisioni dirette che spetteranno a Donald Trump e Volodymyr Zelensky.
Dalla Casa Bianca trapela un cauto ottimismo, mentre il leader ucraino ha fatto sapere che molti degli elementi corretti sono stati presi in considerazione, pur sottolineando che il nuovo impianto ha poco in comune con la versione originale e resta un punto di partenza tutto da negoziare.
Parallelamente alla diplomazia, però, parla la violenza. Nella notte appena trascorsa, Kiev è stata scossa da potenti esplosioni seguite a un allarme missilistico. Il bilancio provvisorio è di sei morti accertati. Il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha commentato l’accaduto affermando che Vladimir Putin ha fornito la sua risposta terroristica alle proposte di pace degli Stati Uniti e del presidente Trump attraverso una raffica di missili e droni.
Le tensioni hanno superato nuovamente i confini ucraini. In Moldavia, nell’area della città di Floresti, è scattata l’evacuazione dei residenti in seguito alla caduta di un drone russo. Allerta anche in Romania, dove i caccia della Nato si sono alzati in volo per proteggere lo spazio aereo nazionale dopo che almeno un altro vettore di Mosca ha violato i cieli rumeni in prossimità della frontiera.














