Il futuro del Rimini Calcio appare sempre più incerto dopo l’ultimo, brusco colpo di scena che ha azzerato le prospettive di un cambio al vertice. Nicola Di Matteo, unitamente al socio Daniele Ferro, ha ufficializzato la decisione di recedere dal contratto preliminare per l’acquisizione del club, lasciando la società biancorossa in una situazione di profonda instabilità. La decisione scaturisce da problematiche di natura giudiziaria e da una crisi sportiva che si è aggravata nelle ultime settimane.
Al centro della rottura vi è la questione delle quote della Rimini Football Club s.r.l., che secondo quanto riferito dagli aspiranti acquirenti risulterebbero ancora bloccate dal Tribunale di Milano. Di Matteo e Ferro hanno spiegato che tale circostanza contraddice le garanzie ricevute al momento della sottoscrizione dell’accordo preliminare, portando alla scadenza infruttuosa dei termini previsti per il passaggio di proprietà. Nonostante un esborso economico quantificato in oltre 250.000 euro, versati anche per garantire il regolare svolgimento della recente gara casalinga contro l’Ascoli, la nuova cordata lamenta di essere rimasta in una posizione di stallo, costretta a un ruolo di mero spettatore in un mese cruciale per le sorti della stagione.
Le criticità sollevate non riguardano solo gli aspetti legali, ma anche quelli operativi. I due imprenditori hanno denunciato l’impossibilità per il proprio staff dirigenziale – composto da figure individuate per i ruoli di direttore generale, direttore sportivo e segretario – di iniziare a lavorare. Secondo la loro ricostruzione, ai tecnici non sarebbe stato permesso l’accesso alla sede, allo stadio né il contatto diretto con la squadra, impedendo di fatto qualsiasi intervento gestionale.
A pesare sulla decisione del ritiro c’è anche il precipitare della situazione sportiva. Al momento della firma del preliminare, la squadra si trovava con un solo punto di ritardo in classifica, mentre oggi il divario è salito a cinque lunghezze, relegando il Rimini all’ultimo posto del girone B di Lega Pro. Di Matteo ha inoltre espresso timori riguardo a possibili nuove penalizzazioni derivanti da presunte violazioni amministrative non comunicate in fase di trattativa. Di fronte a questo scenario, definito imprevisto e non gestibile, gli imprenditori hanno confermato il recesso unilaterale e hanno dato mandato ai propri legali di procedere per il recupero delle somme versate, ritenendo di aver subito un grave danno economico e d’immagine.














