Francia, scatta la seconda condanna definitiva per Sarkozy: sei mesi con il braccialetto per il caso delle spese elettorali

Si aggrava la posizione giudiziaria di Nicolas Sarkozy. La Corte di Cassazione francese, con una sentenza emessa nella giornata di ieri, ha respinto l’ultimo ricorso presentato dai difensori dell’ex Capo dello Stato, rendendo di fatto definitiva la condanna relativa all’inchiesta nota come “Bygmalion”. La vicenda riguarda il finanziamento illecito della campagna elettorale del 2012. La pena confermata è di un anno di reclusione, che l’ex presidente dovrà scontare per sei mesi in regime di libertà vigilata, sottoposto al controllo tramite braccialetto elettronico.

La decisione dei giudici supremi chiude un capitolo spinoso per l’ex inquilino dell’Eliseo, accusato di aver beneficiato di un sistema fraudolento per mascherare lo sforamento dei tetti di spesa consentiti dalla legge. Secondo quanto ricostruito nei vari gradi di giudizio, la corsa presidenziale del 2012 – che vide Sarkozy sconfitto da François Hollande – ebbe un costo reale di circa 43 milioni di euro, quasi il doppio rispetto al limite legale di 22,5 milioni. Per occultare tale eccedenza, fu architettato un meccanismo di false fatturazioni attraverso la società Bygmalion, fondata da collaboratori dello stesso Sarkozy, che addebitava gran parte dei costi dei comizi direttamente al partito UMP (l’attuale Républicains) invece che al conto del candidato. A differenza di altri coimputati, Sarkozy non è stato condannato per l’ideazione del sistema di frode fiscale, ma per averne tratto beneficio come candidato, essendo a conoscenza dell’illegalità del finanziamento.

La reazione di Sarkozy alla lettura del verdetto è stata laconica, limitandosi a prendere atto della decisione, mentre il suo collegio difensivo ha fatto sapere di essere in fase di riflessione riguardo l’eventualità di un ulteriore ricorso presso la Corte europea dei diritti dell’uomo.

Questo verdetto rappresenta la seconda condanna definitiva iscritta nel casellario giudiziario dell’ex presidente. La prima, relativa al caso delle intercettazioni “Bismuth” per tentata corruzione di un magistrato, era divenuta irrevocabile nel dicembre 2024, comportando anch’essa un anno di pena con braccialetto elettronico. Sarkozy aveva indossato il dispositivo di sorveglianza dallo scorso febbraio fino a maggio, ottenendo poi la libertà in virtù dell’età, avendo compiuto settanta anni. Solo poche settimane fa, il 10 novembre, l’ex presidente era tornato in libertà dopo aver trascorso un periodo di tre settimane nel carcere della Santé.

La sentenza di ieri rischia di pesare notevolmente sui futuri appuntamenti giudiziari del politico. Sarkozy è infatti atteso dal processo d’appello per la questione dei presunti finanziamenti libici, calendarizzato tra il 16 marzo e il 3 giugno prossimi. In primo grado, lo scorso 25 settembre, il tribunale aveva inflitto una pena severa di cinque anni, motivandola anche con i precedenti penali dell’imputato. In quella sede i giudici non avevano potuto considerare il caso Bygmalion come definitivo; ora, invece, la Corte d’appello dovrà tenere conto di questo ulteriore aggravamento del quadro giuridico dell’ex presidente.