San Marino. Il dolore della madre di Michael Antonelli: dalle pagine del Corriere Romagna l’appello contro l’oblio nel giorno del compleanno mancato

Ieri avrebbe compiuto ventisei anni, ma il ricordo di Michael Antonelli, la promessa del ciclismo sammarinese scomparsa nel dicembre 2020 dopo una tragico incidente, sembra essersi affievolito nella memoria collettiva della Repubblica. A denunciare questa situazione di isolamento e indifferenza è la madre, Marina Mularoni, che ha affidato – ad una intervista sulle pagine del Corriere Romagna – un amaro sfogo proprio all’indomani di una ricorrenza così dolorosa per la famiglia.

La donna ha dipinto un quadro desolante del presente, in netto contrasto con il passato. Se ai tempi in cui Michael era considerato un astro nascente dello sport locale non mancavano le attenzioni e i sorrisi a favore di telecamera, oggi la famiglia si sente abbandonata. Secondo quanto riferito da Marina Mularoni, le manifestazioni di affetto si sono esaurite rapidamente e, a distanza di cinque anni dalla tragedia, la sensazione è che il figlio sia stato dimenticato da gran parte della comunità, eccezion fatta per una ristretta cerchia di amici intimi.

Nel suo intervento, la madre ha lanciato proposte concrete per onorare la memoria del giovane atleta, suggerendo iniziative semplici ma simboliche, come l’affissione di una targa presso il centro di formazione professionale frequentato dal ragazzo o l’inserimento del suo nome sulla divisa del ciclismo sammarinese. Ha tenuto a ringraziare chi si è attivato, citando l’intitolazione del Pistino voluta dal presidente della Juvenes e il Memorial all’autodromo di Imola, ma ha sottolineato l’impossibilità per la famiglia di finanziare autonomamente nuovi progetti, a causa delle ingenti risorse economiche assorbite dalla battaglia legale ancora in corso.

Il fronte giudiziario rappresenta infatti un’altra ferita aperta. La famiglia attende con ansia l’esito del ricorso in appello presentato dal direttore di gara, condannato in primo grado nel dicembre 2024 insieme all’organizzatore. Marina Mularoni ha espresso il timore che l’iter possa protrarsi fino alla Cassazione nel 2027, prolungando la sofferenza e impedendo all’altro figlio, Mattia, di trovare un po’ di serenità. La speranza della donna è che la sentenza venga confermata, ritenendo qualsiasi altro esito una mancanza di rispetto verso la vittima.

Ad accrescere l’amarezza, la madre ha raccontato un episodio avvenuto durante la recente edizione della Firenze-Viareggio, la stessa gara in cui Michael cadde rovinosamente. Durante l’evento sono stati ricordati gli organizzatori e persino espresso sostegno al direttore di gara sotto accusa, omettendo però, secondo la testimonianza della donna, di citare il nome del ciclista deceduto. Un silenzio che ha ferito profondamente la famiglia, riunita ieri tra il cimitero e la chiesa di Murata per onorare privatamente il compleanno del giovane.

Nel ricordare i sogni spezzati di Michael, che ambiva a vincere la Parigi-Roubaix per poi dedicarsi all’allenamento, la madre ha concluso citando la frase che accompagna il ricordo del figlio sulla lapide: un inno alla capacità di sognare per imparare a volare. Un messaggio che la famiglia ha dovuto difendere anche recentemente, riuscendo a recuperare il profilo social del ragazzo dopo un attacco informatico, a testimonianza di una lotta continua per preservarne la dignità e la memoria.