Nuova udienza davanti alla Corte d’Assise di Rimini per il processo relativo all’omicidio di Pierina Paganelli, l’anziana di 78 anni uccisa a coltellate nell’ottobre del 2023. La giornata odierna ha visto alternarsi sul banco dei testimoni due figure chiave per la ricostruzione dei fatti: Loris Bianchi, fratello della nuora della vittima, e Ion Nastas, il condomino che partecipò al macabro ritrovamento del cadavere nei garage di via del Ciclamino.
La testimonianza del vicino e il ritrovamento
Ion Nastas ha ripercorso i drammatici momenti della mattina in cui fu scoperto il corpo. Rispondendo alle domande del pubblico ministero, il residente ha raccontato di trovarsi nella propria abitazione quando Manuela Bianchi suonò alla sua porta. La donna, in stato di agitazione, lo avvisò della presenza di una persona priva di vita nel garage, ipotizzando inizialmente che potesse trattarsi di una parente dello stesso Nastas.
I due scesero insieme al piano interrato. Arrivati sul posto, il testimone ha riferito di aver visto uscire dall’ascensore l’imputato Louis Dassilva. La scena che si presentò ai loro occhi fu quella di una donna stesa a terra. In quel frangente, è stata effettuata la chiamata ai soccorsi e alle forze dell’ordine: nella comunicazione si faceva riferimento a una signora caduta, con sangue alla bocca e circondata da barattoli rotti, seminuda nella parte inferiore.
È stato solo in un secondo momento, scendendo nuovamente nel vano garage scarsamente illuminato e aiutandosi con la torcia del cellulare, che l’identità della vittima è divenuta chiara. Secondo il racconto di Nastas, Manuela riconobbe la suocera e, in preda al pianto, urlò chiedendosi per quale motivo simili sventure accadessero proprio a lei.
L’urlo nella notte del delitto
Un passaggio cruciale della deposizione di Nastas riguarda la sera dell’omicidio, il 3 ottobre. Il condomino ha dichiarato che, mentre si trovava in camera con il figlio piccolo, udì un urlo che spaventò anche il bambino. Guardando dallo spioncino della porta d’ingresso, notò che la luce delle scale era spenta, ma percepì il rumore dell’ascensore in movimento.
La versione di Loris Bianchi
Di tenore diverso la testimonianza di Loris Bianchi, che ha concluso la sua deposizione affrontando il controesame delle difese. Il fratello di Manuela, che quella sera si trovava nell’appartamento della sorella insieme alla nipote, ha affermato di non aver udito né urla né schiamazzi.
Bianchi ha ricostruito i movimenti di quelle ore, pur ammettendo di non ricordare alcuni dettagli specifici come la durata dell’assenza della nipote per andare in bagno. Ha però confermato che la sorella uscì dall’abitazione solo per un breve istante, il tempo necessario per appendere alcuni indumenti del marito alla maniglia della porta di Pierina, situata sullo stesso pianerottolo.
Lasciando il condominio poco prima delle 23.00, Loris ha riferito di non aver incrociato nessuno lungo le scale o all’esterno, mentre si dirigeva verso la sua auto parcheggiata a circa 140 metri di distanza. Ha infine fornito dettagli precisi sul suo abbigliamento di quella sera, descrivendo un berretto, una maglia rossa e pantaloni della tuta, indumenti successivamente consegnati alla Polizia Scientifica per le analisi del caso.













