In un caso giudiziario che ha attirato l’attenzione di molti nel settore della ristorazione, un imprenditore riminese è stato condannato a versare 15.000 euro di risarcimento a una sua cliente, coinvolta in un incidente avvenuto nel suo locale più di sette anni fa. La vicenda, conclusasi con una sentenza di appello, evidenzia l’importanza della sicurezza e delle adeguate misure preventive nei ristoranti, anche in presenza di semplici macchie sul pavimento.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e confermato dal giudice di secondo grado, la donna, oggi 51enne e assistita dagli avvocati Monica e Marco Lunedei, aveva perso l’equilibrio a causa di una chiazza di sugo caduta a terra durante le operazioni di sparecchiatura. La cameriera, impegnata a rimuovere i piatti, aveva lasciato la macchia sul pavimento, che si è rivelata fatale per la cliente. La donna, nel tentativo di mantenere l’equilibrio, avrebbe afferrato la tovaglia di un tavolo vicino, ma ciò non è stato sufficiente a evitarne la caduta. La donna è finita a terra, ferendosi con alcuni pezzi di piatti rotti e, nel processo, si è procurata ferite al collo e al mento, lasciandole una cicatrice che le ha causato disagio anche dopo l’episodio.
La decisione del tribunale di secondo grado si basa sulla responsabilità del ristoratore, che avrebbe dovuto intervenire prontamente una volta reso noto il pericolo rappresentato dalla chiazza di sugo sul pavimento. La sentenza ha infatti stabilito che, in presenza di un rischio evidente, il locale avrebbe dovuto adottare misure adeguate per garantire la sicurezza dei clienti, evitando così l’incidente. La cliente ha ottenuto un risarcimento che comprende sia il danno materiale subito, sia quello morale causato dal disagio derivante dalla cicatrice, con un importo che è stato raddoppiato rispetto alla prima decisione di primo grado.













