Cronaca. Rimini, sicurezza: il grido del Sindacato Autonomo di Polizia tra agenti feriti, ladri liberi in poche ore e indagini soffocate dalla burocrazia

Mentre la politica si divide in una gara a chi denuncia di più, in strada si continua a rischiare la pelle con mezzi limitati e organici ridotti all’osso. È un grido d’allarme lucido e amaro quello lanciato oggi dalla Segreteria Provinciale del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) di Rimini, che accende i riflettori sulla difficile quotidianità delle divise in Riviera. Una realtà fatta di arresti che spesso si vanificano in poche ore e di violenza tangibile, come dimostra l’ultimo episodio di cronaca citato dal sindacato: un poliziotto è finito in ospedale con la testa rotta durante l’arresto di un pregiudicato.

In un comunicato diffuso questa mattina, il SAP traccia una fotografia impietosa della criminalità locale, divisa tra bande organizzate che colpiscono obiettivi precisi e una manovalanza disperata che vive di espedienti. “Ci sono persone allo sbando: tossicodipendenti, stranieri che vivono in colonie abbandonate, gente che ruba il minimo per la giornata ma crea danni continui”, si legge nella nota. Il problema, denunciano gli agenti, è il sistema della giustizia veloce: “Di queste persone, poche finiscono davvero in carcere. Processo veloce e tornano fuori. Li rivediamo nelle stesse zone dopo poche ore”.

Il sindacato punta il dito anche contro la narrazione semplificata che vede nella tecnologia la soluzione a tutti i mali. Le telecamere aiutano, ma non bastano se mancano gli uomini per gestire le indagini. “Per incastrare anche il ladro più semplice serve un lavoro lungo”, spiegano dal SAP. “Un’ora di filmato richiede almeno sei ore di analisi, descrizioni, confronti, recupero foto. Una parte del lavoro che nessuno vede ma che assorbe tempo e risorse enormi”.

A questo si aggiunge il calvario logistico delle espulsioni. Gli accompagnamenti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) sottraggono pattuglie al controllo del territorio per interi giorni: “A volte attraversiamo mezza Italia per trovare un posto disponibile”, lamentano i poliziotti, costretti a lasciare la città sguarnita mentre le emergenze si accavallano. Non si tratta, infatti, di affrontare un problema alla volta: furti, violenza di genere, droga, degrado e truffe colpiscono contemporaneamente, richiedendo una capacità di risposta che gli attuali numeri faticano a garantire.

La stoccata finale è rivolta alle scelte politiche del passato che oggi presentano il conto. Il sindacato ricorda i danni causati dalla spending review, dai tagli della legge Madia e dalle “chiusure scellerate degli uffici di polizia e delle scuole”, che rendono oggi difficilissimo ripianare gli organici nonostante i nuovi stanziamenti. “La sicurezza richiede persone, mezzi e continuità”, conclude la Segreteria Provinciale, chiedendo rispetto per chi ogni giorno garantisce la legalità e strumenti concreti per difendere la “brava gente”.