Leggiamo, per la verità senza oramai sorprenderci più di tanto, l’ennesima invettiva di una forza politica più impegnata a ironizzare che a proporre. È una costante: mentre qualcuno riempie le colonne dei giornali con metafore e caricature, qualcun altro produce soluzioni.
La Pianificazione Territoriale Strategica non è un artificio linguistico né un maquillage urbanistico, è il primo strumento serio, moderno e operativo, tra l’altro adottato negli ultimi anni nei più moderni Paesi europei, che consente di intervenire sul territorio con tempistiche certe e ricadute concrete. È ciò che mancava da anni: un metodo, non un proclama; un percorso, non un manifesto da convegno. Chi oggi lo dileggia come un “mappazzone” dimostra di rimpiangere quel passato in cui le idee restavano sulla carta, tra piani faraonici mai realizzati e consulenze prestigiose finite nel nulla. La politica del rinvio, quella sì, ha generato immobilismo, precarietà abitativa, spazi degradati e un Paese incapace di guardare avanti.
La Pianificazione Territoriale Strategica interviene esattamente dove altri hanno fallito: affronta l’emergenza abitativa con soluzioni pratiche come il co-housing, gli studentati e nuove forme di residenzialità; non lascia marcire gli ecomostri ma li trasforma, restituendo aree pregiate alla collettività invece di farne monumenti all’abbandono. Parlano di speculazione, ma riqualificare non significa cementificare ma restituire valore, dignità e funzione agli spazi.
Repubblica Futura sostiene che servirebbe “di più e meglio”, ma si guarda bene dal dire come. È la stessa forza politica che ha osannato visioni epocali poi evaporate nel nulla, che ha applaudito all’arrivo di grandi nomi senza portare a compimento un solo intervento strutturale. Noi non ci limitiamo a evocare: pianifichiamo, progettiamo, apriamo cantieri. Tutto il resto è nostalgia dei tempi che furono.
Stupisce poi l’accusa di non voler coinvolgere cittadini e imprese. La Pianificazione Territoriale Strategica è nata per farlo, per tradurre esigenze concrete in scelte territoriali verificabili.
A chi lamenta un presunto “tirare a campare” rispondiamo con un paradosso: se davvero il Governo fosse immobile, non verrebbe attaccato per fare troppo, troppo presto, troppo concretamente. È evidente che ciò che dà fastidio non è ciò che facciamo, ma il fatto che lo stiamo facendo sempre nell’ottica di valorizzare l’interesse pubblico e il bene comune.
Libera non teme il futuro perché lo sta costruendo. Non temiamo il giudizio dei cittadini perché li mettiamo nelle condizioni di vedere i risultati, non di immaginarli. Non temiamo nemmeno le critiche, purché siano sincere e non un travestimento della frustrazione di chi non si più vede riconoscere il ruolo politico desiderato.
Non stiamo preparando il terreno per una campagna elettorale, stiamo preparando il Paese a non dover più ripartire da zero ogni cinque anni. Se il confronto politico si limita ai giochi di parole, ce ne faremo una ragione.
Comunicato stampa – Libera – San Marino












