San Marino, PA a dieta? Macché, la vera Spending Review non verifica se la spesa è “legittima”, ma se è intelligente… – di Enrico Lazzari

Fermate le rotative, squillino le trombe. La vostra Repubblica ha finalmente scoperto la Spending Review. O almeno, questo è quello che vorrebbero farvi credere i vostri governanti attraverso l’organo di stampa degli Industriali, con una “pompata” che sfiora il teatro dell’assurdo. Leggendo l’autorevole e sempre puntuale San Marino Fixing (edizione del 2 dicembre scorso), ci si imbatte in un titolo che chi si ritrova a leggerlo non potrebbe far altro che saltare di gioia: Il Controllo di legittimità sulle spese: prime prove tecniche di Spending Review.

Sia chiaro: il giornale fa il suo mestiere, riportando – presumo fedelmente – come dal Palazzo viene venduta questa “rivoluzione”. Ma è proprio la definizione in sé a far sorridere (per non piangere). “Prime prove tecniche“. Nel dicembre 2025. Sarebbe come se la NASA annunciasse oggi le “prime prove tecniche” per far volare un aquilone… Ma quando, mi chiedo, questo aquilone “sperimentale” volerà davvero, Elon Musk sarà già su Marte?

Ma andiamo a leggere cosa c’è dentro questa scatola magica che dovrebbe salvare il bilancio dello Stato. Si scopre che il grande meccanismo rivoluzionario affidato alla Commissione di Controllo della Finanza Pubblica (CCFP) è un “controllo successivo di legittimità a campione. Tradotto dal burocratese all’italiano corrente: ogni tanto, a caso (“a campione”), qualcuno andrà a vedere se i soldi sono stati spesi rispettando le procedure di legge. Se trovano qualcosa che non va, la Commissione redigerà un “referto preliminare con evidenza di eventuali irregolarità riscontrate e poi, alla fine della fiera, un “referto definitivo.

Ora, per carità, controllare che le carte siano in regola è cosa buona e giusta. È il minimo sindacale di un Paese civile. Ma spacciare questa roba per Spending Review è un insulto all’intelligenza dei contribuenti. La Spending Review, quella vera, non si chiede se la spesa è legittima, si chiede se la spesa è intelligente. Si chiede se è utile. Si chiede se quello spreco si può tagliare.

Vi faccio un esempio pratico per capirci. Se la Segreteria di Stato alle “Varie ed Eventuali”, domani mattina, decidesse di comprare 500 penne stilografiche d’oro massiccio per i suoi uffici, facendo un regolare bando d’appalto, avendo i capitoli di bilancio capienti e rispettando tutte le virgole della legge, per il vostro nuovo sistema di controllo, per la vostra “prova tecnica di Spending Review”, quella spesa sarebbe perfettamente legittima. Il “referto definitivo” sarebbe un bel bollino verde. Ma per le casse dello Stato, quella spesa resterebbe una follia. Ecco la differenza che sul Titano qualcuno – spero – sembra far finta di non cogliere: il controllo di legittimità salva (forse) dalla corruzione o dall’errore formale, ma non salva dallo spreco legalizzato.

Così, mentre l’opposizione urla in Consiglio che la spesa corrente è fuori controllo e che l’ISS è un “pozzo senza fondo, qualcun altro esulta perché si è imparato a controllare “a campione” se gli scontrini hanno il timbro giusto.

È un po’ come un goloso impenitente che entra in pasticceria e si convince di essere a dieta ferrea solo perché, prima di ingozzarsi di dodici bignè alla crema, controlla scrupolosamente che la data di scadenza sulla confezione sia valida. È legittimo mangiarli? Sì, la legge lo permette. Fa bene alla salute (del bilancio)? Assolutamente no, vi viene il diabete (finanziario).

Quindi, cari amici sammarinesi, bene il controllo di legittimità. Un po’ di igiene burocratica non guasta mai e il lavoro della Commissione sarà sicuramente prezioso per evitare pasticci amministrativi. Ma per favore, non chiamatela Spending Review. La vera dieta dimagrante della spesa pubblica richiede coraggio politico per tagliare il superfluo, non timbri su un referto per certificare che lo spreco è “a norma di legge”. E di quel coraggio, tra “prime prove tecniche” e controlli a sorteggio, non si vede nemmeno l’ombra… Anzi, a dire il vero, grazie a questa “innovazione”, il Titano potrà tirare un sospiro di sollievo, fiero di aver dimostrato che le sue spese folli sono state sempre a norma di legge.

Enrico Lazzari