La Procura di Rimini ha invocato una condanna a tre anni di reclusione per un giovane di diciannove anni, accusato di violenza sessuale ai danni di una cosplayer trentunenne. La richiesta è stata formulata dal pubblico ministero Luca Bertuzzi nel corso dell’udienza tenutasi nella mattinata di ieri davanti al Tribunale collegiale, in relazione a un episodio avvenuto nell’estate del 2024 nel contesto della nota manifestazione Riminicomix.
La ricostruzione in aula e la richiesta dell’accusa
Durante il dibattimento, la vittima e una testimone oculare hanno ripercorso le fasi dell’aggressione. L’imputato, un cittadino di origini tunisine regolarmente residente nella provincia di Bologna e impiegato come cameriere, deve rispondere dell’accusa di aver molestato la donna mentre questa passeggiava tra gli stand della fiera. Al termine delle testimonianze, il pubblico ministero ha ritenuto sussistenti gli elementi per una condanna severa, quantificando la pena in tre anni di carcere.
La dinamica dei fatti in Piazzale Fellini
L’episodio risale al 21 luglio 2024. La trentunenne riminese si trovava in piazzale Fellini, indossando un costume da cosplay, quando è stata improvvisamente toccata alle spalle. Secondo quanto emerso, qualcuno le avrebbe infilato una mano all’interno dei pantaloncini palpeggiandole i glutei. La reazione immediata della donna, che si è voltata di scatto, ha permesso di individuare due ragazzi; l’amica che era con lei ha subito indicato il diciannovenne come l’autore materiale del gesto. Ne è nato un confronto diretto in cui la vittima ha preteso spiegazioni. Il giovane avrebbe tentato diverse linee difensive nell’immediato: prima giustificandosi dicendo che si trattava di uno scherzo, poi negando di essere il responsabile e infine, secondo l’accusa, rivolgendo insulti sessisti alla donna. Mentre il connazionale che era con lui riusciva a fuggire facendo perdere le proprie tracce, il presunto aggressore è stato bloccato da alcuni passanti fino all’arrivo delle autorità.
La tesi difensiva e l’attesa per la sentenza
La difesa dell’imputato, affidata all’avvocato Matteo Paruscio, ha respinto la ricostruzione accusatoria. Il legale ha chiesto l’assoluzione del suo assistito, sostenendo che non vi sia la certezza assoluta che sia stato lui a commettere il fatto, data la presenza dell’altro giovane poi fuggito. In subordine, la difesa ha richiesto l’applicazione del minimo della pena. Il collegio giudicante si è riservato la decisione: la lettura della sentenza è stata fissata per il prossimo 15 gennaio.











