Cronaca. Ravenna, violenza domestica su convivente incinta: arrestato 23enne per maltrattamenti

Un giovane straniero di 23 anni è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti in famiglia dopo aver aggredito a calci e pugni la compagna convivente, una donna di 36 anni anch’essa straniera e in stato di gravidanza. La violenta aggressione, avvenuta nella notte tra lunedì e martedì scorsi a Lido di Savio, nel Ravennate, si inserisce in un contesto di controllo e divieto di libertà che la vittima subiva da tempo.

Foto d’archivio

L’intervento dei Carabinieri e l’arresto

L’episodio che ha portato all’arresto è scattato intorno alle 2 di notte del 1° dicembre. Una pattuglia dei Carabinieri della stazione di Savio, impegnata nel controllo del territorio, è intervenuta presso l’abitazione della coppia a seguito di una segnalazione giunta al Numero Unico di Emergenza 112. Una volta sul posto, i militari sono stati avvicinati dalla trentaseienne.

La donna ha riferito che, al culmine di un litigio con il compagno, il quale le proibiva categoricamente di uscire di casa da sola e di avere contatti esterni, era stata violentemente aggredita. Il ventitreenne, incurante della gravidanza della compagna, l’avrebbe trascinata per i capelli e colpita ripetutamente con calci e pugni, procurandole lesioni alla testa e a una gamba.

I Carabinieri, accertata la flagranza del reato di maltrattamenti, hanno proceduto all’arresto del giovane. Contestualmente, sul luogo dell’aggressione è intervenuto anche il personale del 118 di Ravenna, che ha trasportato la vittima al pronto soccorso per ricevere le cure necessarie.

Misure cautelari e la decisione della donna

Come disposto dal Tribunale, il ventitreenne è stato ristretto agli arresti domiciliari presso la stessa abitazione di convivenza. Nonostante ciò, la vittima ha deciso di tutelare la propria incolumità e quella del nascituro, scegliendo di trasferirsi immediatamente in un’altra abitazione per allontanarsi dal contesto violento. L’uomo dovrà ora rispondere formalmente dell’accusa di maltrattamenti in famiglia.