L’ho sempre criticato per il suo eccesso di ego.
L’ho sempre considerato un ottimo ministro e un politico con limiti politici evidenti.
Cioè, un intelligente egocentrico e velleitario.
Ricordo quando pensava che il Pd potesse sciogliersi nel suo progetto politico.
O quando si iscrisse al Pd pensando di portarlo con se. Da se.
Poi ho molti dubbi sulla sua visione politica. La sua idea di costruzione della forza politica. Del partito.
Una forza politica in costruzione ha bisogno di una base e di una altezza.
Di un retroterra culturale e storico ed emozionale e di una visione nuova, una altezza adatta ai tempi.
In Calenda io vedo( al netto del già detto…) una capacità di altezza. Una comprensione del tempo. E dei tempi. Come in nessun altro oggi. Forse. Comunque più di quasi tutti. Non solo in Italia.
Ucraina, Putin, Trump…democrazie. Guerra.
Tutto chiaro.
La resistenza Ucraina. Lo scudo democratico in Italia. La resistenza e l’attacco verso i putinisti italiani. Pagati o no.
La necessità di una legge elettorale proporzionale per fare alleanze dopo il voto. Per non far dipendere i governi dagli utili idioti di Putin e Trump.
La denuncia della mediocrità della Fiat degli Elkann e la subordinazione della sinistra e di Landini ai giornali di sinistra degli Agnelli.
La denuncia degli arricchimenti a sproposito delle aziende di stato, dello stato imprenditore. Grazie a gravi anomalie del mercato. E al ruolo forzato dello stato. Enel e altri.
E poi la posizione importante sulla giustizia.
Ecco. L’altezza.
Ma non mi convince la base.
Un polo liberale? Partendo dal Partito d’Azione?
Il partito d’Azione è stata una grande idea fallita male.
Un miscuglio di statalismo e liberalismo tenuto insieme da una superbia intellettuale unita a pregiudizi morali. Con debolezze congenite nel rapporto col PCI. Considerato ineluttabile.
E poi i poli liberali non sono mai andati sopra il 3/4 per cento in Italia.
Quindi la base non regge la possibile altezza.
E poi, Calenda fa fatica a capire una cosa.
Che per me è fondamentale capire.
Il terzo polo in Italia è esistito solo col Psi.
Nel dopoguerra.
E il terzo polo, il centro liberal socialista, riformista,libero da ogni dipendenza a destra e a sinistra, e’ esistito solo con il Psi di Craxi che riscoprì Turati e Rosselli e Matteotti. Allargando ai liberali e ai saragattiani.
Ecco, tutto questo in Calenda non c’è.
Ci sono nomi e parole che nemmeno pronuncia.
Non ci riesce.
Eppure è un uomo d’azienda. Anche.
E sa benissimo che non si costruisce e non si vende nemmeno un paio di scarpe senza raccontare una storia grande.
Lui vuol fare un grande partito raccontando una storia piccola.
E poi dovrebbe avere più coraggio. Politico.
Con sapore strategico. Ma con scaltrezza politica tattica. Sfidare Forza Italia a fare un grande partito insieme. Ad esempio. Erede delle culture e delle storie, liberali, popolari, social riformiste.
Insomma. Il mio è un elogio. Con dubbi.
Ma anche un incoraggiamento.
Sergio Pizzolante












