Oltre sette milioni di venezuelani seguiranno con sentimenti contrastanti la premiazione a Oslo della leader dell’opposizione María Corina Machado, figura che divide fortemente l’opinione pubblica del Paese. C’è chi la sostiene in quanto simbolo di resistenza democratica, e chi, al contrario, la considera una personalità controversa, criticata per diverse dichiarazioni e posizioni politiche espresse negli ultimi anni.

La cerimonia si terrà nel municipio della capitale norvegese, alla presenza di almeno quattro capi di Stato latinoamericani. Un evento di grande visibilità internazionale, che però si svolge in un clima di assoluta incertezza: il Norwegian Nobel Institute ha annullato la conferenza stampa prevista per martedì, dichiarando di non conoscere né le mosse né la posizione attuale della donna.
La politica, 58 anni, vive infatti clandestinamente da oltre un anno, ed è soggetta a un divieto di viaggio decennale imposto dal governo del presidente Nicolás Maduro. Uscire dal Paese potrebbe comportare per lei la dichiarazione di latitanza e la perdita definitiva della possibilità di rientrare in Venezuela.
Sul piano geopolitico, le implicazioni sono notevoli. Secondo diversi analisti, gli Stati Uniti considerano Maduro politicamente indebolito e avrebbero interesse a sostenere la leader dell’opposizione, favorevole alla privatizzazione del settore energetico. Un passaggio cruciale, dato che il Venezuela possiede una delle più grandi riserve petrolifere del pianeta.
Per Washington sarebbe un doppio risultato: ottenere un governo amico nella regione e accedere a ingenti risorse petrolifere, generando profitti miliardari. Al tempo stesso, l’amministrazione americana potrebbe presentare all’opinione pubblica un successo simbolico: aver interrotto il traffico di droga proveniente dal Paese, tema ricorrente nel dibattito politico statunitense.
Una partita complessa, dunque, che si gioca tra diplomazia, interessi energetici e aspirazioni democratiche. Mentre a Oslo si prepara la cerimonia, a Caracas cresce la tensione: il Venezuela resta sospeso tra il desiderio di cambiamento e la paura di un nuovo capitolo di instabilità politica












