Un filo rosso, o meglio color ruggine, unisce in questi giorni di festa l’intera Romagna, trasformando piazze, chiese e musei in un grande museo diffuso a cielo aperto. Protagonista di questa invasione artistica è la storica Stamperia Pascucci di Gambettola che, marciando spedita verso il traguardo dei duecento anni di attività (1826-2026), ha lanciato un imponente progetto culturale dedicato alla Natività.
L’iniziativa, presentata oggi attraverso una nota stampa, coinvolge numerosi comuni dal mare all’entroterra, fino a sconfinare nella Repubblica di San Marino. Il cuore pulsante del progetto è naturalmente Gambettola: passeggiando per il centro storico, i visitatori si imbattono in “La Natività si fa arte”, un presepe diffuso dove le porte delle abitazioni diventano quadri narrativi grazie a tende stampate a mano, arricchite dai testi spirituali di Suor Gloria Riva. Ma l’arte invade ogni angolo: dalle “Vele Festanti” in piazza Pertini alla mostra ispirata a Gianfranco Zavalloni alla Multisala Abbondanza, fino all’esposizione “I cuscini raccontano il Natale” visitabile direttamente nella storica bottega.
Uscendo dai confini gambettolesi, il percorso artistico tocca vette di grande suggestione. A Villanova di Bagnacavallo, presso il Museo delle Erbe Palustri, è esposto un record: l’arazzo più grande mai realizzato dalla stamperia, un’opera di 9 metri quadrati su disegno di Vittorio Belli. A Longiano, nella cornice della manifestazione dedicata ai presepi, la Chiesa di San Giacomo ospita un originale presepe verticale realizzato con cuscini e medaglioni firmati da maestri come Tonino Guerra e Tinin Mantegazza.
Il viaggio prosegue a San Mauro Pascoli, dove a Villa Torlonia gli arazzi dialogano con le riflessioni di Papa Francesco, e tocca Cesena, Bellaria-Igea Marina e Mercato Saraceno, intrecciando l’arte della stampa a mano con la poesia di Fabio Molari e le illustrazioni di Franco Vignazia. Il cerchio si chiude sul Titano: la Chiesa di San Francesco nella Repubblica di San Marino accoglie i bozzetti preparatori del presepe diffuso, suggellando un legame tra arte e spiritualità.
“Ci fa veramente piacere che le nostre preziose relazioni, intessute in tanti anni di lavoro, si siano trasformate in qualcosa di concreto”, dichiarano Riccardo, Giuseppe, Veronica e Matteo Pascucci, testimoni di una tradizione familiare che guarda al futuro. “La realizzazione delle mostre richiede impegno, passione e tantissimo lavoro. Siamo felici che, in tutta la Romagna, le persone si soffermino ad ammirare le nostre piccole e preziose opere d’arte”. Un modo unico per attendere il Natale, riscoprendo un’eccellenza artigiana che dal 1826 è sinonimo di identità romagnola.














